Un piccolo paese lontano, affacciato sul Baltico, uno di quei paesi di cui sa poco e che verrebbe da pensare tagliati fuori dalla Storia. E invece la Storia qui è passata e ripassata più volte, non ha fatto sconti, ha inflitto cara armati e campi di concentramento, ha presentato il conto con invasioni e dittature.
Estonia, un estremo lembo di Europa, un’identità di confine, una possibilità di libertà che si è dovuta fare largo nell’eterna contesa tra Russia e Germania. I tre racconti di Jaan Kross raccolti de La congiura (Iperborea) fotografano altrettanti momenti del secolo delle tragedie, il Novecento.
Tallinn, 1939: i sovietici si apprestano a occupare porti e basi militari, mentre gli estoni di lingua tedesca salgono sulle navi di Hitler. Pochi anni più tardi, l’Estonia è annessa alla Germania nazista. Ma la Liberazione significa solo 6 giorni di indipendenza: Stalin invade e annette. Cambiano i padroni delle carceri, ma nelle carceri finiscono sempre i dissidenti, gli oppositori, quelli che hanno anche solo inconsapevolmente intralciato il cammino.
Jaan Kross, grandissimo scrittore che ci spalanca una finestra su un mondo pressoché sconosciuto, tutto questo lo ha ben appreso sulle sue spalle, visto che è stato arrestato dai nazisti e poi, nel 1946, anche dai sovietici.
Ma questo libro non è solo autobiografia, assolutamente no. E’ anche penna felice, che inventa, racconta, insegue i destini individuali, tenta di riacciuffarli nei buchi neri della storia.