«Attenzione ad accanirsi alla sanità perché si rischia di far saltare un meccanismo di sicurezza per tutto il Paese, una grande infrastrutture civile e di modernità e anche un grande traino dello sviluppo, pensiamo a tutto il settore farmaceutico, ma anche alla qualità che la sanità riesce ad occupare». Lo ha detto il presidente della Regione Toscana Enrico Rossi rispondendo ad una domanda dei giornalisti che gli hanno chiesto un commento all’annuncio fatto nei giorni scorsi da Yoram Gutgeld, commissario alla revisione della spesa e parlamentare del Pd, che ha anticipato le decisioni che il governo prenderà nella prossima Legge di Stabilità e che toccheranno in tema di spending review soprattutto il settore della sanità.
Sanità e indotto «Poi se abbiamo dei parametri da fare con l’Europa bisogna dire che noi non spendiamo di più, andiamo meglio in questo caso e non spendiamo di più. Mentre, dovremo capire un po’ meglio tutta la spesa previdenziale». In particolare il governatore della Toscana invita il governo a concentrarsi su un altro terreno. «Penso che dobbiamo mettere in campo un progetto per il Paese, che parte innanzitutto dal problema del lavoro.- ha evidenziato Enrico Rossi -. Si può fare tutto, si possono fare sacrifici, iniziative di contenimento della spesa purché basate sul concetto di equità in cui chi ha di più deve dare di più, purché siano conservati i livelli essenziali e la qualità dei servizi alla parte più debole della popolazione, purché se c’è da pagare tocchi pagare a chi non ha mai pagato, a chi può pagare e si tutelino, anche in questo caso, le persone e le fasce più deboli. Questo mi pare il punto fondamentale, ad esempio la sanitò può continuare ancora una lotta agli sprechi. Io ho adottato un principio fondamentale in materia sanitaria, quello di aver avviato alla fine della legislatura passata una riforma, magari che molti hanno giudicato intempestiva invece tutto ci dice che era molto tempestiva».
La risposta al governatore A distanza polemizza con Rossi il capogruppo di Forza Italia in Consiglio Regionale Stefano Mugnai. «Passata la festa elettorale della ricandidatura e della rielezione, gabbato lo santo ovvero Renzi da cui ormai, ottenuto da Rossi il bis per il governatorato della Toscana, non c’è più nulla da avere – sottolinea Stefano Mugnai, che è anche vicepresidente della commissione sanità -. Così il Rossi renziano per caso di prima della campagna elettorale, quello che aveva da ottenere il via libera per il suo bis al governatorato della Toscana e dunque accoglieva con osanna la richiesta di sforbiciare in sanità accorpando le Asl in una riforma spot frettolosa che porterà tagli drastici a personale sanitario e posti letto ospedalieri, oggi torna alle sue origini antirenziane. Tanto non ha più nulla da ottenere. Sì: ma la gente che ha bisogno di cure e di assistenza in tutto questo dov’è?». Sul dove operare i tagli in vista della riforma del fisco cui sta pensando il governo Enrico Rossi pensa ad una categoria precisa. «Le pensioni d’oro, che ad esempio non hanno versato il contributivo e sono migliaia e migliaia di euro – ha concluso il governatore della Toscana -. Quindi, attenzione a lesinare prestazioni sanitarie cosa alla quale mi opporrei e a non fare un’operazione di giustizia e attenzione a non fare capire qual è l’obiettivo. L’obiettivo non può essere quello di ridurre le tasse per chi ha le case ricche, le ville o altro. L’obiettivo deve essere quello di trovare risorse per aiutare gli investimenti pubblici e per supportare gli investimenti privati, che garantiscono sviluppo e occupazione. Quindi, se si deve fare uno sforzo l’obiettivo deve essere il lavoro. Bisogna recuperare quel milione di lavoratori, di cui una parte in Toscana, anche se in Toscana le cose vanno relativamente meglio che nel resto d’Italia. Questa deve essere l’ossessione del Governo. A queste condizioni siamo disposti a trovarci intorno ad un tavolo e a discutere. Si può sempre fare meglio e vedere dove si può e dove si deve intervenire».