interventomaxilloBimbaEffettuato a Siena, all’ospedale Santa Maria alle Scotte, il primo intervento in Toscana e uno dei pochi in Italia, di chirurgia pediatrica laparoscopica con asportazione di cisti del coledoco su una bimba di 2 anni. L’importante risultato è stato raggiunto dall’équipe del professor Mario Messina, direttore Chirurgia Pediatrica dell’AOU Senese, grazie a una grande collaborazione con la Pediatria dell’ospedale di Grosseto, diretta dalla dottoressa Susanna Falorni, che aveva prontamente diagnosticato la rara e grave malformazione congenita.

L’intervento «Questo tipo di malformazione – spiega Messina – colpisce un bimbo ogni 40mila nuovi nati e può essere molto pericolosa perchè la cisti che ostruisce il coledoco blocca di fatto il condotto biliare tra cistifellea e fegato e può provocare anche cirrosi epatica e, successivamente, se non diagnosticata in tempo, trasformarsi in tumore. I colleghi pediatri di Grosseto, con i quali c’è grande collaborazione per i casi complessi, ci hanno prontamente segnalato il caso che noi abbiamo studiato e approfondito per decidere la strategia migliore, vista la complessità della patologia. Abbiamo quindi scelto la via laparoscopica effettuando l’intervento attraverso quattro piccoli fori nell’addome». L’operazione è durata circa cinque ore ed ha coinvolto un’équipe di sala operatoria altamente specializzata formata da ferristi, infermieri e anestestisti pediatrici, insieme al professor Messina e al chirurgo pediatra Francesco Molinaro, coadiuvati dal chirurgo francese Pascal De La Gausie dell’ospedale di Marsiglia . «Abbiamo asportato il coledoco e la cistifellea – aggiunge Messina – e ricostruito le vie biliari utilizzando una parte di intestino che è stato prima tirato fuori dall’addome, misurato, tagliato, richiuso e reinserito nell’addome per sostituire il coledoco. La tecnica laparoscopica ha consentito di ridurre al minimo le complicanze post-operatorie, il dolore e il rischio di infezioni per la piccola paziente che, dopo solo cinque giorni di degenza, è ritornata a casa a Grosseto, ha ricominciato a mangiare e l’apparato digerente funziona. Continueremo a fare controlli periodici, insieme ai colleghi di Grosseto, ma possiamo dire che il peggio è passato».