Thumbnail for 66492La lente della Procura di Siena punta dritto sul Palio. Non è la prima volta che la giustizia ordinaria cala sul mondo dei cavalli e dei fantini ma, in una città già colpita dalle inchieste sugli scandali finanziari e amministrativi, ora gli inquirenti indagano a 360 gradi su ciò che di più caro Siena ha e custodisce gelosamente dagli attacchi esterni. La città s’interroga sull’attività della Procura; per qualcuno, molti, è un gettito d’ombre sulla Festa e un valicamento di confine, per altri, pochi, è una volontà di far luce su quel buio che potrebbe avvolgerla la Festa.

3 fascicoli Il fatto è che la Procura, in 10 giorni, ha aperto tre fascicoli d’inchiesta sul Palio: in ordine cronologico, il 30 giugno, contro ignoti sulla morte del cavallo Periclea infortunatosi durante la Tratta; il 6 luglio sul caso del fantino del Valdimontone con l’ipotesi di reato di violenza privata per la condotta tenuta contro il fantino della contrada rivale Nicchio; ieri con l’ipotesi di accusa di falso e maltrattamento di animali iscrivendo nel registro degli indagati il fantino Luigi Bruschelli detto Trecciolino e il proprietario di cavalli Osvaldo Costa. I tempi e le procedure della giustizia ordinaria sono molto più lunghi e complessi rispetto a quelli della giustizia paliesca, entrambi faranno il loro corso. Nell’attesa di giudizi o provvedimenti la città s’interroga sulla liceità dell’attività d’indagine. Ancor più che in occasione degli scandali finanziari e amministrativi.

Cavalli ‘taroccati’ Avrebbero rimosso il microchip identificativo di tre cavalli da corsa per spacciarli come anglo-arabi mezzo sangue e poterli così iscrivere all’Albo cavalli protocollo 2015 del Comune di Siena che consente di essere ammessi al Palio. In realtà si tratterebbe di purosangue inglesi che non possono correre sul tufo di piazza del Campo. Per questo la Procura di Siena avrebbe iscritto nel registro degli indagati il fantino Luigi Bruschelli, detto Trecciolino, e Osvaldo Costa, proprietario dei cavalli. Il corpo forestale dello Stato ha sequestrato i tre cavalli.

Ipotesi di reato Le accuse, secondo quanto appreso, sarebbero di falso e maltrattamento di animali. I cavalli, che non hanno mai corso il Palio di Siena e neppure le batterie di selezione della Tratta, sono stati lasciati in consegna a uno degli indagati. L’indagine, coordinata dal sostituto procuratore Aldo Natalini e condotta dal Corpo Forestale dello Stato, sarebbe partita a seguito dell’incrocio di dati contenuti nell’anagrafe equina da parte dell’organo preposto del Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali (gia’ UNIRE). Nel corso delle operazioni il personale del Ministero ha provveduto a prelevare campioni ematici dai tre cavalli, finalizzati alla successive effettuazione del test del dna. Le indagini potrebbero ora proseguire per accertare l’esistenza di altri casi simili di ‘falsificazione’ di cavalli.

Il Comune valuta azioni legali Dura la reazione dell’amministrazione comunale che ieri ha ricevuto, «in qualità di parte offesa-danneggiata dal reato, la comunicazione del provvedimento di sequestro di tre cavalli», spiega una nota del Comune che ora sta valutando eventuali azioni legali. «Ove l’accertamento dei reati venisse confermato,si tratterebbe di una grave violazione delle regole, dell’immagine e dell’etica del Palio – continua la nota -, assolutamente contraria agli obiettivi di sicurezza e moralità che la nostra Festa si è data».

Lettera proprietari cavalli all’origine indagine Una lettera inviata al Comune di Siena con la richiesta ufficiale di attivare accertamenti sul Dna di alcuni cavalli iscritti all’Albo che consente di essere ammessi al Palio. E’ quella scritta dall’associazione di proprietari e allenatori di cavalli di Siena e che, secondo quanto si apprende da fonti vicine all’inchiesta, sarebbe stata all’origine delle indagini della Procura che ieri hanno portato al sequestro di 3 cavalli e all’iscrizione del registro degli indagati del fantino Bruschelli e del proprietario di cavalli Costa. La lettera sarebbe stata indirizzata all’amministrazione comunale dopo un incontro, avvenuto nei mesi scorsi, tra associazione e sindaco di Siena Bruno Valentini. Successivamente, in accordo con i veterinari comunali incaricati, da Palazzo Pubblico si sarebbero rivolti al Ministero per le politiche agricole e forestali, titolare dell’anagrafe equina, allo scopo di compiere accertamenti sul Dna dei cavalli iscritti all’Albo.

Proprietario cavalli indagato: «Estraneo a vicenda» «Completamente estraneo alla vicenda» e «coinvolto in una situazione di questo genere per la prima volta». Così il proprietario di cavalli  Costa tramite una nota del legale difensore Andrea Manetti in merito all’inchiesta che lo vede indagato. «Innanzi tutto il signor Costa non è proprietario di tre cavalli» specifica l’avvocato in una nota sottolineando «ma risulta comproprietario di un solo cavallo (Romantico Baio) insieme ad altri due soci». «Il suddetto cavallo è stato acquistato presso la scuderia di Luigi Bruschelli il 1 febbraio 2014 e presentato come cavallo anglo-arabo mezzosangue nato in Sardegna di nome Romantico Baio come indicato nel libretto segnaletico» spiega ancora il legale di Costa che «figura formalmente proprietario nel libretto segnaletico Unire che prevede l’indicazione di un solo nominativo ma in realtà, come detto, è comproprietario». Osvaldo Costa sarebbe venuto a conoscenza ieri «con meraviglia che il cavallo acquistato era stato sostituito con un purosangue dalla notifica degli atti da parte del Corpo Forestale di Siena». «Osvaldo Costa è più di 30 anni che è proprietario di cavalli – conclude la nota – dal 1982 acquista cavalli, dal 1983 partecipa al Palio di Siena e allo scorso Palio di luglio era presente con due cavalli, Mississippi e Roba e Macos».