Marcello Comanducci è il nuovo assessore alle attività produttive, comparto orafo, Fiera Antiquaria, turismo e grandi eventi del Comune di Arezzo. Intervistato da agenziaimpress.it illustra il futuro della Fiera Antiquaria e le sue idee per il rilancio del turismo ad Arezzo.

fieraQual è la prima impressione che ha avuto nell’approcciarsi alla Fiera Antiquaria? In che condizioni si trova la manifestazione?

L’eredità che ho ricevuto è decisamente pesante per l’importanza storica della manifestazione ma anche per la realtà che vive oggi la Fiera Antiquaria, impoverita e molto lontana dai fasti di dieci, quindici anni fa.

Qual è il primo progetto che vuole realizzare per la manifestazione?

Alla Fiera Antiquaria, come a tutto il Comune di Arezzo, manca una specifica strategia di comunicazione integrata. È necessario rivoluzionare il modo di comunicare e la presenza sul web. I contenuti e i metodi sono vecchi, inadeguati. Per non parlare dei siti web de l@aretina e della Fiera Antiquaria. Sono lontanissimi dagli standard richiesti. Non sono fruibili da turisti e interessati, non sono aggiornati, mancano i link. Cosa ancora più grave, sono soltanto in italiano. Sostanzialmente, manca un progetto di rete. Un network che unisca il Comune di Arezzo, le sue manifestazioni – Antiquaria compresa – a tutte le altre manifestazioni della città. Mancano i device e le conoscenze, manca la consapevolezza. Per questo voglio realizzare un piano di comunicazione trasversale.

Quale sarà il primo passo di questa rivoluzione digitale?

Sicuramente creare un social media team capace di creare e gestire la rete di account, piattaforme e contatti della nuova rete. Anche per questo, parte dei proventi dell’affitto del suolo pubblico per l’Antiquaria saranno destinati alla comunicazione della manifestazione.

Quindi possiamo augurarci che la Fiera Antiquaria di Arezzo possa diventare un interlocutore sulla rete?

Assolutamente sì. Anzi, grazie per questa domanda. La Fiera Antiquaria dovrà assolutamente rispondere, sempre. Non solo. Dialogare con tutti, giornalisti, turisti, curiosi e cittadini. È fondamentale per non lasciare l’Antiquaria da sola: per questo abbiamo un piano specifico nel quale inserirla.

fiera19Qualcosa che vada oltre la comunicazione?

Sì, si chiamerà Arezzo Antiquaria, ed è il progetto che riunisce la Fiera, le collezioni private aretine, e tanti eventi a tema costruiti per attirare il maggior numero di turisti in città. Eventi per un pubblico diversificato, ci aiuteranno a ridare un certo appeal alla Fiera Antiquaria.

Quali sono le parole chiave di questo nuovo network che rilancerà Arezzo unendo cultura, comunicazione, eventi e turismo?

Virale, rating, reputation e soprattutto brand. Mi spiego: sono nato e cresciuto nell’albergo dei miei genitori. In tutti questi anni, la frase che più mi sono sentito dire dai turisti arrivati in città è stata: ‘Che bella Arezzo, non sapevo che fosse così bella’. Ecco, noi dobbiamo ribaltare la situazione. Smettere di brancolare nel buio e agire in modo efficace, monitorando la nostra realtà e confrontandola con le altre. Per far diventare la nostra città una meta interessante, Arezzo deve esistere sul web. Oltre l’80% delle mete turistiche viene scelto in base alle informazioni reperite online. Per questo Arezzo, se vuole smettere di sopravvivere e iniziare a vivere di turismo, deve diventare virale. Per fare questo, voglio analizzare la reputation della città: la percezione che hanno gli altri di Arezzo. Se è attrattiva, se sì perché, per valorizzarne i punti di forza. Se non è attrattiva, quali sono le misure da adottare per ribaltare la situazione e disinnescare i feedback negativi.  È necessario entrare in un’ottica di marketing territoriale. Per promuovere tutta la città bisogna capire cosa offre la città e comunicarlo. Se l’offerta della città è inadeguata, va cambiata e rimodulata in base alle richieste del turista. Per questo voglio studiare un sistema per catalogare tutti gli eventi ad Arezzo. Si fa un rating, una valutazione di tutti gli eventi, si catalogano in base alle diverse caratteristiche e ci si focalizza, si investe, su quelli che portano turismo.

E il brand?

Questo è il progetto più ambizioso e più importante per il futuro della città. Creare il brand Arezzo non sarà certamente facile, ma è ciò di cui Arezzo ha bisogno. Caratterizzare Arezzo, renderla riconoscibile, attrattiva, renderla una meta turistica forte e unica è quello che punto a fare da oggi per i prossimi cinque anni.