Si svolgerà sabato 27 giugno, ore 16.30, a Pontremoli l’inaugurazione ufficiale del nuovo Museo delle Statue Stele, le celebri sculture antropomorfe che testimoniano la più antica cultura della Lunigiana, databili sin dal terzo millennio a.c. L’appuntamento è al Castello medievale del Piagnaro, dove si trova il museo: un luogo unico a livello internazionale per la straordinaria e ineguagliabile collezione di stele che oggi ospita. Il museo si presenterà a visitatori con una veste fortemente rinnovata rispetto al passato, puntando con questo nuovo allestimento a candidarsi come punto di riferimento indiscusso della megalitica europea, un fiore all’occhiello nell’offerta museale dedicata alla scultura preistorica.
Nuova vita per il Museo delle Statue I lavori di riallestimento firmati dal celebre architetto Guido Canali e dai collaboratori dello studio Canali Associati di Parma, realizzati su incarico del Comune di Pontremoli grazie al finanziamento della Regione Toscana, della Provincia di Massa e Carrara, dell’Ente Cassa Risparmio di Firenze e al preziosissimo contribuito della Soprintendenza Archeologica, portano infatti alla luce un museo ampliato, accessibile, sicuro e al passo con i tempi. Più che di un restyling si tratta di un’esposizione totalmente nuova che ha raddoppiato in estensione la precedente, inaugurata nel 1975 alla presenza del neoministro dei Beni Culturali sen. Giovanni Spadolini e oggi intitolata al fondatore Augusto Cesare Ambrosi. Tra le novità principali: il maggior numero di stele esposte, il supporto di materiale multimediale, il percorso espositivo raddoppiato e l’abbattimento di barriere culturali e architettoniche interne tramite il progetto transfrontaliero Accessit. Il nuovo affascinante percorso museale riscopre e apre così al pubblico per la prima volta un’ala dimenticata del Castello che, se pur di dimensioni contenute, è estremamente suggestiva per le caratteristiche architettoniche e per l’integrità con cui si presenta, non essendo mai stata contaminata da alcun intervento di restauro fin da quando fu edificata, all’incirca 800 anni fa. La collezione è composta da quaranta monumenti antropomorfi, appartenenti sia all’età del Rame (metà IV – fine III millennio a.C.) che alla piena età del Ferro (VII-VI secolo a.C.), tutti rinvenuti in Lunigiana, territorio che nella tarda preistoria vide fiorire il fenomeno del megalitismo, al pari con altri (Valle d’Aosta, Trentino Alto Adige, Lombardia, Puglia, Sardegna).
L’inaugurazione La comunicazione è affidata agli strumenti multimediali, in grado di catturare l’attenzione di ogni visitatore e accompagnarlo in un racconto avvincente lungo tutto il percorso, accessibile anche alle persone con disabilità. Il fascino che emanano questi enigmatici monumenti è talmente forte da emozionare il visitatore e risarcirlo così del fatto che il loro esatto significato risulta, al momento, ancora sconosciuto. Proprio per questo l’apertura del nuovo museo porterà anche, e per la prima volta, alla programmazione di un’attività scientifica dalla quale si auspica arrivi qualche risposta sulla loro funzione. Alla trasmissione didattica delle conoscenze operata dal museo con successo per quarant’anni – da sconosciute ai più oggi le stele sono divenute simbolo della Lunigiana – verrà così affiancata una produzione scientifica che possa esplorare il complesso rituale a cui le statue erano certamente collegate.