cosce_polloLe ricette a volte arrivano nella vita seguendo percorsi strani, imprevedibili, quando non direttamente improbabili. Eppure, alla fine, tutto ha un senso.
Qualche giorno fa ho avuto la fortuna di assecondare un impulso e raggiungere una vecchia amica che non vedevo da molto tempo e che mi aveva invitato a visitare con lei una mostra di pittura. Due artisti giovani e ispirati che dipingono con (grande) capacitá ritratti e nature morte in stile caravaggesco, rivisitandoli in chiave moderna. La sede della mostra era bella e difficile da raggiungere, ma ho ceduto al famoso impulso e cosí in un pomeriggio prefestivo verso le 6 di sera mi sono presentata a Castelfalfi, minuscolo borgo in comune di Montaione dove Roberto Benigni giró alcune scene del suo  “Pinocchio”. E non me ne sono pentita.

Sará stata la luce serotina, ancora abbagliante a fine maggio ma capace di accarezzare piú che scolpire volumi e dimensioni, sará stata la bravura dei pittori in questione o la piacevolissima compagnia (su quanto è bello Castelfalfi serve un post a parte), sta di fatto che mentre tornavo a casa un paio d’ore dopo ero cosí contenta e piena di meraviglia che volevo mettermi a dipingere alla Caravaggio pure io. Quella storia dei contrasti insanabili tipo amore e morte, passione e freddezza, popolare e aulico, insomma quel riuscire a congiungere gli estremi in modo efficace e, nel suo caso, straordinariamente unico, mi aveva entusiasmato. E cosa ci si fa con l’entusiasmo alle 8 di sera e con tre bocche da sfamare? Ma è ovvio, si cucina. Immagino che pensandomi ispirata da Michelangelo Merisi vi immaginiate, a vostro turno, che abbia prodotto un piatto di nettare guarnito con ambrosia, capace di appannare le prestazioni di Oldani e Bottura messi insieme. Bene, continuate pure a immaginare. Fra le molte possibili, vi dirò l’unica vera veritá:  pure nella mia padella si sono incontrati due opposti che alla fine, ma proprio alla fine, hanno riconquistato una loro armonia. Mi piaceva l’idea di creare un contrasto di sapori molto forte ma che avesse un senso ricongiungere e allora ho pensato che un vino molto dolce e molto mediterraneo come il Passito poteva fare da opposto al peperoncino, che esprime l’anima piccante della cucina mediterranea. Ed ecco come é nato il mio pollo alla Caravaggio, ovvero filetti di coscia al Passito di Pantelleria con peperoncino piccante.

LA RICETTA Prendete le cosce di due polli (potete usare anche il petto, si fa prima, ma é meno saporito) e disossatele quindi tagliate la carne a filettini di un mezzo centimetro di spessore e fateli marinare in olio evo, un pizzico di origano, la buccia di un limone grattugiata unita a qualche goccia di succo, un pizzico di sale, un peperoncino fresco a pezzetti a cui avrete tolto i semi. Lasciate riposare coperto con un panno per almeno 30 minuti. In una padella versate olio evo quanto basta e fate imbiondire due spicchi d’aglio, quindi sgocciolate il pollo dalla marinatura, spolveratelo con farina di riso e cuocetelo a fuoco vivo, non violento. A cottura quasi ultimata, aggiungete un bicchierino di Passito di Pantelleria e sfumate. Fate intiepidire e servite dopo aver spolverato con (poco) peperoncino tritato. Il contrasto dolce-piccante é deciso, ma alla fine tutto si ricongiunge.