«E’ stata la mafia. Eppure sentiamo che ci sono punti su cui abbiamo bisogno di maggiore chiarezza, lati oscuri ancora da illuminare, trame nascoste da far emergere». Così il Presidente del Senato Pietro Grasso intervenuto questo pomeriggio a Firenze alle commemorazioni per la strage di via dei Georgofili.
L’attentato Era la notte fra il 26 e il 27 maggio 1993, ventidue anni fa, quando Firenze viveva una delle pagine più drammatiche della sua storia, l’attentato di via dei Georgofili. Una bomba provocò la morte di quattro membri della famiglia Nencioni e dello studente Dario Capolicchio, ferì 48 persone e causò gravissimi danni al patrimonio artistico e architettonico della città. Come ogni anno da quel terribile momento, il Comune e la Regione ricordano la strage insieme all’associazione tra i familiari delle vittime di via dei Georgofili, con una serie di iniziative previste in città.
«La Magistratura non può essere lasciata sola» Al convegno dal titolo “Lo Stato, la giustizia ferita, le indagini e i processi”, in Sala Pegaso di Palazzo Strozzi Sacrati oltre al Presidente Grasso sono intervenuti anche l’assessore al bilancio della Regione, Vittorio Bugli, e Giovanna Maggiani Chelli dell’Associazione tra i familiari delle vittime. «Sono passati ventidue anni da quella terribile notte in cui persero la vita cinque innocenti e molti rimasero feriti – ha spiegato il Presidente del Senato – Dobbiamo innanzitutto ricordare le vittime: Caterina Nencioni, nata da appena 50 giorni, e sua sorella Nadia, che non aveva ancora compiuto nove anni furono sepolte sotto montagne di macerie insieme ai loro genitori, Fabrizio e Angela; un giovane studente di architettura, Dario Capolicchio, fu travolto e ucciso nel suo appartamento, e molti sono stati feriti a causa dell’esplosione. Una notte che ha cambiato la vita di tante persone, di molti giovani che hanno portato e continuano a portare i pesanti segni di quell’esplosione. Quello che è accaduto in via dei Georgofili riguarda noi tutti – ha proseguito Grasso -, il nostro Paese. Il biennio 1992-93 fu terribile, drammatico, passato alla memoria e alla storia come la “stagione delle stragi. Alcuni punti fermi sono acquisiti: i processi penali hanno accertato l’identità e le responsabilità di mandanti, forse non tutti, e degli esecutori della strage. – ha aggiunto il Presidente del Senato Grasso – Un Magistrato straordinario come il Pubblico Ministero Gabriele Chelazzi, che ricordo sempre con grande affetto, si è impegnato per dieci anni con dedizione e competenza alle indagini, e con lui altri validi Magistrati, voglio ricordare tra gli altri il compianto Pier Luigi Vigna e il Procuratore Quattrocchi e gli altri Magistrati oggi presenti. E’ stata la mafia. Eppure sentiamo che ci sono punti su cui abbiamo bisogno di maggiore chiarezza, lati oscuri ancora da illuminare, trame nascoste da far emergere. Da anni mi unisco a voi in questa celebrazione, aldilà della carica e della funzione ricoperta, perché il mio impegno personale e i valori in cui credo rimangono immutati. Abbiamo compiuto insieme parte di questo cammino contro il terrorismo mafioso, sempre alla ricerca della verità, e insieme continueremo a camminare. La Magistratura non può essere lasciata sola in questa affannosa e difficile ricerca del vero».
Sul luogo dell’attentato una corona di alloro Dopo una serata in musica in Palazzo Vecchio per ricordare la strage e gli interventi di Grasso, Giovanna Maggiani Chelli, del Prefetto di Roma Franco Gabrielli (all’epoca della strage funzionario della Digos di Firenze e componente del pool di inquirenti che indagarono sull’attentato) e del Procuratore nazionale antimafia Franco Roberti, alle 1.04 sarà depositata una corona di alloro sul luogo dell’attentato.