ricasoliPer le vie di Firenze alla scoperta di uno dei personaggi più influenti della storia del Risorgimento italiano: Bettino Ricasoli. Un personaggio storico, ma anche un uomo diviso tra vita pubblica e privata che mercoledì 27 maggio sarà svelato dal giornalista Michele Taddei, autore de “Siamo onesti!Bettino Ricasoli. Il barone che volle l’unità d’Italia” (Mauro Pagliai Editore). Taddei sarà la guida d’eccezione per questo appuntamento delle “Passeggiate d’autore” promosse da Oxfam in collaborazione con toscanalibri.it, Alessandra Cafiero e Ibs con la direzione artistica di Vittoria Biagini. La Passeggiata dedicata a Ricasoli ha anche ottenuto il patrocinio del Comune di Firenze nell’ambito delle celebrazioni per Firenze Capitale.

Il giornalista Michele Taddei
Il giornalista Michele Taddei

L’itinerario L’appuntamento per gli amanti della storia e di curiosità legate a Firenze e ai suoi personaggi è per le ore 18 all’Accademia dei Georgofili dove si svolgerà una breve visita per poi proseguire nel cortile di Palazzo Vecchio in Piazza della Signoria; Palazzo Spini-Feroni, Piazza Unità d’Italia e arrivo in Piazza Indipendenza. Al termine della passeggiata seguirà un’apericena al Bar Nabucco in via 27 Aprile 28R.

Tra storia e curiosità La passeggiata permetterà ai partecipanti di scoprire e riscoprire l’uomo che ha segnato le sorti della Toscana e dell’Unità d’Italia. Partendo dal suo libro, Taddei racconterà aneddoti legati a Ricasoli uomo politico, agricoltore, religioso e privato. Un personaggio da sempre etichettato come “Barone di Ferro” per quel suo carattere per nulla malleabile e ancor meno incline ai compromessi, ma che, grazie a questa passeggiata fiorentina, risulterà un po’ meno arcigno.  E poi tante curiosità per chi vorrà scoprire i segreti che portarono alla definizione della formula del vino Chianti e per chi, appassionato di Toscana ottocentesca, potrà scoprire curiosità sul primo treno che attraversò le crete senesi o su quello che trasportò Carducci davanti a Bolgheri, le colline del Chianti senese e fiorentino attraverso la via Chiantigiana, la Maremma “amara” grossetana non ancora bonificata dalle paludi, le montagne del Pratomagno rimboschite dal barone, ma soprattutto la Firenze granducale poi Capitale del Regno.