C ‘è anche il nome di Eugenio Ascari, 56 anni, di Pontedera, avvocato, procuratore sportivo e agente Fifa, nell’elenco dei 70 indagati nell’ambito dell’operazione “Dirty soccer” sul calcioscommesse. La Polizia di Stato ha eseguito nella notte fra lunedì e martedì scorso perquisizioni in Calabria, Campania, Puglia, Emilia Romagna, Abruzzo, Marche, Toscana, Liguria, Veneto, Lombardia.
Ascari: «Non ho nulla da temere» Tre le perquisizioni domiciliari eseguite in provincia dalla Squadra Mobile di Pisa su delega della Procura di Catanzaro. Gli agenti si sono presentati nelle prime ore di martedì 18 maggio nelle abitazioni di Ascari, di Andrea Bagnoli, procuratore sportivo vicino al Tuttocuoio, e di Abdoulaye Balde, centrocampista neroverde. «Hanno chiesto soltanto che venissero consegnati loro i tablet e gli smarphone nella disponibilità della mia famiglia – ha spiegato Ascari – Sono rammaricato per quanto sta avvenendo però da parte mia sono tranquillo, sono sereno, la giustizia giustamente farà il suo corso ma credo di non avere niente da temere».
Nardella: «Mi vergogno di un calcio come questo» Sulla nuova bufera sul calcio scommesse è intervenuto anche il primo cittadino di Firenze Dario Nardella. «Da cittadino, da sindaco, da tifoso e da padre mi vergogno di un calcio come questo e sono francamente stanco di sentire sempre da chi ha le responsabilità di guidare il mondo del calcio tante belle parole, tante belle manifestazioni, tante coppe alzate, e mai un risultato concreto, tangibile, sulla moralizzazione del calcio. Martedì mio figlio guardando alla televisione le notizie su questo scandalo mi ha chiesto perché succede tutto questo. Ecco, io vorrei che i signori del calcio mi dicano una volta per tutte cosa dovrei rispondere a mio figlio di 8 anni che ama questo sport e che lo segue con grande e genuina passione».