Avrebbero venduto documenti falsi per far ottenere permessi di soggiorno: è l’inchiesta che ha fatto scattare stamani numerose perquisizioni in abitazioni e aziende della Toscana e fuori regione, eseguite dalla Guardia di Finanza di Prato su ordine della magistratura pratese. Le indagini avrebbero al momento accertato oltre 200 casi di vendita di false attestazioni per avere i permessi.
Tredici gli indagati nell’operazione Nell’operazione scattata stamani sono impegnati 150 uomini delle Fiamme gialle: in occasione di una perquisizione a Prato un orientale si è anche ferito, rompendosi entrambe le caviglie, lanciandosi da un balcone per sfuggire ai controlli. L’operazione, coordinata dal Pm Antonio Sangermano, prende le mosse da una precedente indagine che ha portato alla scoperta della vendita di residenze false, a cittadini orientali. I nuovi accertamenti avrebbero permesso ora di individuare un sodalizio criminale che avrebbe creato false aziende allo scopo di produrre documenti da vendere agli immigrati, da buste paga ad attestazioni di ospitalità, con un tariffario che variava dai 100 euro per le prime, 200 per le seconde, fino a 400 euro per un Cud. Tredici le persone indagate tra orientali, compresi prestanome, e due italiani, entrambi consulenti del lavoro di Prato.