Gli appunti di padre Gratien emersi durante la perquisizione dello scorso 23 aprile, giorno in cui il religioso fu arrestato a Roma potrebbero cambiare le sorti delle indagini sulla scomparsa di Guerrina Piscagli, la donna scomparsa l’1 maggio 2014 da Ca’ Raffaello, nell’aretino. «Guerrina non c’è più»: è questa la frase più inquietante, vergata a matita su un foglio, ritrovata tra gli appunti del frate congolese; insieme a questa nei fogli sparsi ci sono altre parole e disegni sospetti, tra cui la frase che potrebbe risolvere il giallo della scomparsa del cellulare di Guerrina.
«Il telefonino è caduto nell’acqua come il libro delle preghiere» E’ quanto avrebbe scritto Gratien Alabi: sta forse parlando del cellulare di Guerrina scomparso con lei il primo maggio 2014 e dal quale cessa ogni comunicazione lo scorso 23 aprile? Gli inquirenti ritengono ormai da mesi che il cellulare, dal momento della scomparsa, sia sempre stato nelle mani di Gratien Alabi. Tutti i messaggi inviati da quel momento sarebbero stati scritti da lui. A sostegno di questa ipotesi, le indagini della polizia postale hanno rivelato che, proprio il primo maggio 2014, dopo la scomparsa di Guerrina, il cellulare della donna era attivo e inviava messaggi collegandosi alla cella telefonica di Sestino: paese in cui Gratien Alabi, proprio nel pomeriggio della scomparsa, si era spostato per officiare un funerale, accompagnato dal marito della donna Mirko Alessandrini. Tra gli appunti c’è anche la parola “marochino”, scritta con una sola c, proprio come nel messaggio «scappata col mio amoroso marochino» inviato alla catechista di Ca’ Raffaello dal cellulare di Guerrina dopo la sua scomparsa. Semplici coincidenze o indizi chiave? Saranno le indagini a chiarirlo; resta comunque l’ombra pesante che questo ennesimo colpo di scena getta sulla vicenda e sulla figura di padre Gratien Alabi, proprio alla vigilia del verdetto di domani sulla sua scarcerazione da parte del Tribunale del Riesame di Firenze.
Il racconto di Padre Giovan Battista Padre Giovan Battista dell’ordine dei vincenziani aveva vissuto per circa un mese nella canonica di Ca’ Raffaello, giunto dall’Africa per sostituire l’altro parroco congolese, padre Faustin, volato a Kinshasa per un impegno religioso. Padre Battista si è ritrovato a Ca’ Raffaello proprio nel periodo della scomparsa di Guerrina Piscaglia. «Quel giorno non ho visto Guerrina nei locali della chiesa» ha raccontato padre Battista, il frate che insieme a Gratien e Silvano era in canonica quel primo maggio». Di quel giorno ricorda che il coniglio i tre frati lo mangiarono davvero, ma cucinato da Padre Gratien e da Padre Silvano. Dopo pranzo ognuno si ritirò nella sua stanza. Padre Battista stette in canonica tutto il giorno e seppe della scomparsa di Guerrina solo alle sei di sera, mentre stava recitando il rosario in chiesa.
In canonica giravano soldi? «Io non mi sono mai accorto che lì dentro potesse circolare una grande quantità di denaro – ha dichiarato padre Battista alle televisioni e agli inquirenti – tenderei quindi ad escluderlo». Il religioso lo esclude ma resta difficile credergli, tenuto conto l’episodio della busta di denaro con oltre 10mila euro in contanti, lasciata in una tasca dell’abito portato in lavanderia da Gratien, risultata poi appartenere a don Faustin. Che vita conducevano realmente i frati congolesi della canonica di Ca’ Raffaello? Come potevano maneggiare cifre tanto importanti? Erano forse proventi delle elemosine? Sembrano essere cifre un po’ troppo sostanziose per provenire dalle offerte domenicali dei 216 abitanti di Ca’ Raffaello e Santa Sofia. Del giallo fanno parte anche le improvvise partenze di padre Battista e padre Silvano. Proprio il 2 maggio 2014 i religiosi si allontanano in fretta e furia da Ca’ Raffaello, lasciando i paesani nello sconcerto. Perché tanta fretta? Impegni improvvisi o paura di qualcosa? Di queste strane coincidenze e del rapporto tra padre Gratien e la famiglia di Guerrina ci parla una donna di Ca’ Raffaello.
«Padre Battista sa la verità» A dircelo è una amica di Guerrina, molto vicina alla famiglia, ai suoceri, al marito e al figlio Lorenzo. «La verità va ricercata tra padre Battista, padre Silvano e padre Gratien. Troppe cose non tornano. Il giorno dopo la scomparsa di Guerrina, proprio il 2 maggio 2014, padre Battista e padre Silvano sparirono da Ca’ Raffaello. Perché tanta fretta? Che bisogno c’era di andarsene il giorno dopo che era scomparsa Guerrina, in questo modo poi? Senza avvisare e senza dare spiegazioni. Già eravamo tutti nello sconforto, avevamo paura che fosse successo qualcosa di grave. In paese i nostri punti di riferimento erano sempre stati loro. Questa ‘fuga’ dei nostri frati dalla canonica ci aveva lasciato tutti sconcertati e poi ha fatto crescere i sospetti. Perché partire di punto in bianco? La verità la sanno i frati che al momento della scomparsa della Guerrina gestivano la canonica di Ca’ Raffaello, e la nascondono tutti ben bene».
In che rapporto erano realmente padre Gratien e Mirko, il marito di Guerrina? «Sia padre Graziano che Mirko avevano il vizio di bere – ci racconta la donna – e si accompagnavano per bere insieme. Bevevano in canonica e a casa di Guerrina. Padre Graziano era sempre a pranzo a casa di Guerrina, cioè dai suoi suoceri. Il legame con la famiglia di Guerrina era forte. I suoceri di lei preparavano da mangiare a padre Graziano, gli portavano la legna e gli pulivano la casa. Tutta la famiglia era al suo servizio. C’era un via vai strano tra casa loro e la canonica, ma non solo di Guerrina. Mirko era spesso con Graziano. Anche il primo maggio 2014, giorno della scomparsa, Mirko aveva lavato la macchina a Graziano perché subito dopo pranzo dovevano andare insieme a Sestino per quel funerale. Quel giorno però, cosa strana, Graziano non ha dato neanche il tempo a Mirko di andarlo a prendere e si è precipitato lui stesso da Mirko e sono partiti in macchina».
La presunta gravidanza di Guerrina «Per quello che so io era impossibile – ci dice la donna – . Guerrina ha avuto solo due gravidanze: la prima in cui ha avuto Lorenzo, e la seconda di un bimbo nato con gravi malformazioni e morto qualche giorno dopo il parto. Si dice che proprio per evitare che Guerrina potesse avere altri bambini le erano state chiuse le tube. Una famiglia particolare, quella della povera Guerrina. Sia lei che il marito Mirko facevano totalmente affidamento sui suoceri e non solo dal punto di vista economico. Tutta la famiglia viveva una situazione difficile, e ora ancora di più. Ad occuparsi di Lorenzo prima era la mamma, ora soltanto i suoceri».