lupoDue attacchi in due giorni. È ciò che è successo a Radicofani, all’azienda agricola Ciacci, assalita da un branco di lupi che ha ucciso sei pecore, un agnello e un vitello di razza chianina. È di oltre 6mila euro la stima del danno subito, tra diretto e indotto. «Era solo questione di tempo – commentano Claudio e Valentino Ciacci, titolari dell’azienda -: questi lupi ormai non hanno più paura dell’uomo e si avvicinano sempre più agli allevamenti e alle abitazioni. Siamo in attesa delle recinzioni antilupo ma il problema riguarda ormai anche i pascoli, dove i nostri capi sono costantemente a rischio». Esasperati i titolari dell’azienda di Radicofani, così come molti altri, nelle stesse situazioni, in tutta la provincia. «E’ stato un duro colpo – aggiungono i Ciacci -, anche perché oltre ai danni subiti, non sappiamo cosa aspettarci e se ci saranno altri attacchi. Così è dura andare avanti e fare reddito».

«Bene l’accordo regionale sottoscritto per il monitoraggio della situazione e la risoluzione del problema lupo, ibridi e canidi – commenta il presidente della Cia Siena, Luca Marcucci -. Positiva anche la possibilità di indennizzo con le risorse messe a disposizione dalla Regione Toscana. Sono state messe a disposizione delle Asl interessate risorse importanti per operare fattivamente sul programma di monitoraggio e contenimento, di concerto anche con i Comuni e l’Anci che ha sottoscritto l’accordo regionale. Ma, ad oggi, il problema rimane tale e quale: di fronte a questi ripetuti attacchi, gli allevatori vedono messa a repentaglio la loro attività. Occorre insistere con azioni mirate a limitare la presenza dei lupi, canidi ed ibridi nelle nostre campagne. I nostri agricoltori ed allevatori non ce la fanno più, sono esasperati – aggiunge Marcucci -. Per questo ci vogliono interventi risolutivi per quello che ormai rappresenta una vera e propria piaga economica per il settore rurale. È urgente – conclude – difendere il reddito degli agricoltori, messo a rischio dai predatori. Questa situazione sta creando un grosso danno all’economia del territorio».

«Riconoscere i danni subiti dalle aziende non è più sufficiente – aggiunge il direttore Cia Siena Roberto Bartolini –, è necessario mettere in campo azioni forti ed immediate di prevenzione. Bisogna riuscire ad evitare il danno, non solo a risarcirlo. E’ necessaria l’attivazione degli interventi di contenimento e di prelievo dei predatori. Gli allevatori hanno tutto il diritto di essere tutelati per continuare a lavorare e garantire un reddito a se stessi ed alle loro famiglie come previsto anche dall’Art. 4 della Costituzione Italiana. Adesso sono costretti a chiudere le loro attività e questo è inaccettabile ed è bene che tutta la società e la politica ne prendano piena coscienza».