Il 29 aprile alle 21.00 va in scena al Teatro Puccini di Firenze lo spettacolo “N 43° 46’ 17’’ – E 11° 15’ 14’ / Viaggio al centro del cuore errante” momento finale di “Firenze siamo noi”, un progetto ideato e gestito da Centrale dell’Arte con il sostegno della Open Society Foundations, per la regia di Teo Paoli e con il coordinamento drammaturgico di Laura Forti.
Il rapporto con la città Lo spettacolo rappresenta la conclusione di un lungo percorso laboratoriale iniziato un anno fa, durante il quale i partecipanti, tra cui immigrati di seconda generazione, fuori sede che sono arrivati a Firenze per studio o per lavoro e autoctoni, si sono confrontati sul concetto di “cittadinanza”, cercando di indagare e declinare il loro rapporto con la città fatto di contrasti: accogliente o inospitale, popolare e snob, bellissima nei suoi paesaggi artistici o triste nella sua periferia… Firenze, vista da tanti occhi, culture e sfumature, assume un aspetto diverso dalla cartolina stereotipata e turistica cui siamo abituati e ritrova un suo volto moderno, uno spessore complesso, proprio in virtù di differenze e contraddizioni. Lo spettacolo racconta l’arrivo, nel capoluogo toscano, di persone con storie diverse: a volte un semplice viaggio, altre invece un vero e proprio strappo dal proprio paese e dalla famiglia. Dopo l’arrivo c’è poi l’incontro con i fiorentini, con usi, abitudini, perfino cibi nuovi, la ricerca di un lavoro, il rapporto difficile con le istituzioni, il sentirsi parte di una comunità e nello stesso tempo individui singoli, senza radici, soli. Ma forse l’appartenenza si raggiunge solo con l’apertura agli altri, è “avere gli altri dentro di sè”, come dice la canzone di Gaber e avviene quando l’identità di ciascuno, personale e unica, si rispecchia nel mondo delle differenze e riconosce la stessa origine, lo stesso percorso di umanità.