Nuova resa dei conti in casa Pd a Siena in vista delle elezioni regionali. Questa volta l’oggetto del contendere diventa la lista dei candidati per il consiglio. Dentro il sindaco di Chiusi Stefano Scaramelli, l’ex presidente della Provincia Simone Bezzini, il consigliere uscente Marco Spinelli e le due quote rosa Angela Pagni e Alice Raspanti. Fuori Piero Ricci il candidato di riferimento dell’area Monaci che era stato inserito a sorpresa andando ad aumentare di una unità le quote maschili. La direzione provinciale dei democratici senesi, infatti, ha votato lo scorso 8 aprile la proposta di rosa dei candidati con 72 sì, 24 no e 4 astenuti. Rimane a questo punto un posto vacante come quota rosa che la maggioranza Pd ha «offerto» alla minoranza ma «nel caso in cui questa ipotesi non sia colta, sarà Rosa Cottone ad andare a completare la proposta di lista del Pd – ha fatto sapere il segretario provinciale Niccolò Guicciardini in una nota. «Una proposta certamente sofferta, ma largamente condivisa e che ha tenuto insieme più esigenze» ha detto il segretario che ha sottolineato «a me non è piaciuto questo clima da «reality show»: non si trattava di eliminare questo o l’altro, di nominare una persona piuttosto che un’altra. Dovevamo fare una scelta e l’abbiamo fatta. Il regolamento prevedeva il doppio passaggio delle autocandidature e la proposta della direzione provinciale. La decisione non è arrivata per questioni personali riferite a Piero Ricci».
Ricorso urgente a Parrini Così non la pensa la minoranza Pd che ha presentato un ricorso urgente alla commissione di garanzia provinciale e regionale del partito. «La direzione provinciale del Pd – si legge in una nota dell’associazione Confronti – ha approvato una lista per elezioni regionali illegittima perchè non rispetta le norme prescritte dal regolamento. Adesso il segretario regionale, Onorevole Dario Parrini, prenda atto dello stato fallimentare della gestione del Pd senese e ponga rimedio, partendo proprio dalle candidature per le elezioni regionali». Secondo quanto sostenuto dalla minoranza democratica senese «la proposta» sarebbe «addirittura illegittima perché contraria alle norme regolamentari. La lista, secondo il regolamento, doveva essere approvata dai 2/3 dei componenti la direzione provinciale (86 componenti) e invece è stata votata solo da 72 componenti; doveva essere formata da 6 nominativi e invece è formata soltanto da 5; doveva prevedere una composizione plurale e invece ha escluso l’unico nominativo proposto dalla minoranza; doveva dare ampia rappresentanza territoriale e invece è stato escluso l’unico nominativo di Siena città, con una lista che così non ha nessun rappresentate della città capoluogo». La palla, a questo punto, passa in mano alla direzione regionale che dovrà esprimersi, prima sul ricorso e poi sulla rosa dei candidati.