Senza mezze misure, senza tentennamenti, l’Imu va abolita. Lo hanno gridato a gran voce centinaia di agricoltori senesi sotto le sigle di Agrinsieme, che stamani hanno invaso Roma per chiedere un’inversione di rotta alla politica agricola, iniziando proprio dalla tassa iniqua. La situazione è drammatica. Contro l’introduzione dell’Imu sui terreni, oggi a Roma gli agricoltori senesi rappresentati da Agrinsieme, il coordinamento tra Cia, Confagricoltura e Alleanza delle Cooperative Agroalimentari, hanno partecipato alla manifestazione nazionale. Tre i luoghi dei sit-in: davanti alla Camera dei Deputati, al ministero delle Politiche agricole, alimentari e forestali e a quello dell’Economia e delle Finanze.
“Per quanto riguarda la partita dell’ Imu agricola, se, come ha detto il ministro Martina, è aperta, noi la vogliamo giocare – ha ribadito Agrinsieme Siena -. Le misure tampone decise sono assolutamente insufficienti per lenire gli effetti di una tassazione che grava in maniera pesantissima sui fattori di produzione. Oltre tutto c’è stata una progressione che ha visto quasi triplicare il carico fiscale. Ma soprattutto è stato sbagliato il modo con cui è stato fatto questo provvedimento, per questo occorre fermarsi subito”.
Al di là della questione Imu Agrinsieme ha quindi evidenziato tutta una serie di “priorità”: accelerare l’applicazione della riforma della PAC superando alcune recenti decisioni negative e non in linea con le aspettative delle imprese e garantire massima flessibilità e tolleranza per il non rispetto del “greening”; approvare rapidamente i PSR e partire quanto prima con i bandi; intervenire sui gap strutturali che minano la redditività agricola, inferiore al 2005; definire rapidamente le forme dell’organizzazione economica (le organizzazioni di prodotto e l’interprofessione); applicare le normative ambientali e sanitarie tenendo conto delle esigenze delle imprese, dei processi produttivi e della competitività; spingere con convinzione sulla diversificazione ed in particolare sulla produzione di energia da fonti rinnovabili; puntare sul “lavoro vero” in agricoltura (con misure specifiche per il settore e riducendo il cuneo fiscale); incentivare l’attività agricola come strumento di gestione del territorio per evitare il dissesto.
Il coordinamento tra Cia, Confagricoltura ed Alleanza delle Cooperative agroalimentari, infine, ha chiesto di intervenire sui mercati in crisi che subiscono i contraccolpi dovuti ai problemi produttivi, ma anche a quelli legati agli andamenti climatici, alle fitopatie, ai cali dei consumi ed all’export: ortofrutta, praticamente tutte le produzioni zootecniche, olio e vino. Ad avviso di Agrinsieme Siena “occorre promuovere i consumi interni ed esteri, rinsaldare le filiere corte e rilanciare l’aggregazione, come fattore di competitività e redditività”.