cave-apuaneIl testo del piano paesaggistico della Toscana in via di approvazione al Consiglio «è inaccettabile e di inaudita gravità». Lo afferma in una nota il coordinamento delle imprese lapidee apuo-versiliesi, secondo cui «le nuove norme non tutelano nè il territorio, perché l’abbandono e l’impoverimento di certo non lo favorisce, nè il lavoro, le attività esistenti cessano con le autorizzazioni in corso, poi la definitiva chiusura».

Interesse di partito e non dei cittadini Al Governatore Enrico Rossi, le imprese lapidee chiedono «dov’è la tutela degli oltre 5.000 posti di lavoro da lui promessa e ampiamente pubblicizzata? Ciò che si evince è la sola guerra dichiarata alle cave e al territorio da parte di un presidente di Regione che si dichiara dalla parte dei lavoratori, ma nella realtà dei fatti sta distruggendo un’intera economia, un’identità storica millenaria e sta proseguendo nell’unico interesse che è quello del partito e non dei cittadini».

La risposta di Rossi Il Piano paesaggistico non è orientato a «fermare le attività estrattive». Lo ha detto Enrico Rossi, presidente della Regione, nella sua informativa al Consiglio regionale sulle integrazioni al Pit concordate con il Ministero dei Beni culturali, in vista del voto di domani dell’aula. «Le attività delle cave non cessano, anzi le cave ci siamo premuniti come tutti sanno a farle lavorare di più in loco», ha poi spiegato ai cronisti. «Le cave hanno contribuito a costruire il paesaggio delle Apuane, in un rapporto fra uomo e natura; l’evoluzione del mercato, delle tecnologie, la capacità di incidere in modo pesante sulle escavazioni, comportano rischi dal punto di vista paesaggistico, a cui si cerca di dare risposta con una regolazione delle attività di cava, ed elementi di tutela non per fermare le attività estrattive, ma per trovare il giusto equilibro fra il paesaggio e l’attività umana».

Rischio figuraccia planetaria Non approvare il Piano paesaggistico sarebbe per la Toscana «una figuraccia planetaria». Ha detto poi Rossi. «E’ un piano che consente di mantenere un equilibrio – ha detto Rossi – fra tutela del paesaggio, delle nostre visioni della Toscana, ma anche delle attività umane che dentro questa regione devono continuare a svolgersi».