Che l’economia non vada bene, da molti anni, è noto, anche se il quadro macro-economico fa ben sperare per il futuro, vista la congiuntura di prezzi bassi dell’energia e deprezzamento dell’euro; ed è altrettanto noto come il sistema bancario sia il primo a soffrire della recessione; tuttavia sembra che in Toscana le cose vadano peggio che in altri posti. Alle sofferenze di Bmps, che si prepara ad un nuovo aumento di capitale mentre la trimestrale evidenzia ancora una volta conti in rosso oltre le attese già negative, si aggiungono quelle di Banca Etruria, che è stata commissariata dal Ministero dell’Economia e delle Finanze per «gravi perdite patrimoniali».
In entrambi i casi osserviamo fattori simili che hanno causato lo situazione di dissesto attuale; perdite patrimoniali dovute a crediti inesigibili; scarsa capacità di produrre utili e di attuare un piano industriale credibile; episodi più o meno gravi di corruzione; incapacità del capitalismo italiano di trovare soluzioni di lungo periodo. La differenza tra Banca Etruria e Bmps sta tutta nella loro dimensione, che le pone su un piano completamente diverso dal punto di vista del rischio sistemico. Bmps è, nonostante tutto quello che è accaduto, un colosso per produttività potenziale, patrimonio e numero di dipendenti. La fine di Bmps non potrebbe non sortire gravi effetti negativi sull’economia italiana ed europea, tali da rendere più ampi i margini di trattativa con gli istituti di vigilanza e con i partner finanziari allo scopo di salvarla. Non a caso, nonostante tutti i suoi problemi di bilancio, è più che probabile che Bmps riuscirà a reperire i tre miliardi che servirebbero a sistemare i conti in rosso, e ad accantonare un patrimonio sufficiente secondo gli standard dettati dalla Banca Centrale Europea. Vedremo poi se questo aumento sarà il passo definitivo o solo un passo intermedio, anche se sono in aumento le probabilità di una integrazione dell’istituto senese con un partner di medio grandi dimensioni.
Per Banca Etruria, invece, questa soluzione, per altro raccomandata a più riprese dalla Banca d’Italia ma finora non realizzata per via della mancanza di un compratore, sembra essere scontata. Con il commissariamento, infatti, è più probabile che l’operazione vada in porto, e che quindi gli effetti sistemici della perdita di patrimonializzazione di Banca Etruria siano limitati.
Finché continua la recessione, e quindi finché le banche non riescono a rientrare dei loro prestiti e farne altri per far ripartire il ciclo produttivo, diventano ancora più fondamentali la strategia del management e la trasparenza nell’operatività. Se la strategia è sbagliata, o se c’è corruzione, allora la situazione si aggrava in maniera irrimediabile. La recessione è un evento esogeno per le banche, non viene cioé determinato da come operano; ma il resto invece è endogeno, ed è influenzato da cattiva gestione, cattiva vigilanza e cattivo controllo. Il prezzo che si paga per questo tipo di distorsioni è davanti agli occhi di tutti e rischia di essere sempre più elevato.