Arezzo in trasferta a Vicenza per la fiera dell’oro. Vicenzaoro January, la prima manifestazione del calendario internazionale del mercato del gioiello, è la fiera dell’oro che riunisce imprenditori e buyer da tutto il mondo, e ospita tutti – o quasi – gli orafi della città di Arezzo. Dopo le fortissime proteste e i grandi disagi denunciati nei giorni scorsi dagli orafi aretini, costretti a ricevere i clienti senza avere uno stand montato dove poter adeguatamente ospitare i compratori ed esporre l’oreficeria, la manifestazione prosegue anche oggi e si protrarrà fino al 28 gennaio. Vicenzaoro è ancora nel pieno delle attività, ma si possono già fare le prime valutazione sull’andamento del settore e valutare i nuovi trend di mercato.
La ripresa dell’export del comparto orafo di Arezzo Dopo il triste sviluppo del mercato orafo nel 2014, si punta al rilancio mirando ad intercettare nella piattaforma di Vicenzaoro January nuove tendenze e nuovi compratori che risollevino le sorti di un mercato soggetto a fortissimi e repentini sbalzi d’umore. I dati parlano chiaro: dall’ultima analisi dei distretti della Toscana, realizzata per Banca CR Firenze dal Servizio Studi di Intesa Sanpaolo, che analizza l’andamento dell’export in 18 distretti toscani, sono emersi dei numeri decisamente sconfortanti. Lo studio evidenzia come nell’ultimo trimestre del 2014 l’export della regione Toscana – il quarto a livello nazionale – sia colato a picco proprio a causa del comparto orafo di Arezzo. Il dato toscano del terzo trimestre del 2014 risulta negativo a causa del nuovo crollo subito dalle esportazioni del distretto orafo di Arezzo (-24,3%, pari a 122 milioni di euro in meno rispetto allo stesso trimestre del 2013), in particolare sul mercato degli Emirati Arabi Uniti (-39,6%). A causa dei numerosi conflitti che imperversano nei paesi orientali, il mercato dell’oro è soggetto a brusche frenate e ripartenze improvvise che mettono in serie difficoltà gli imprenditori di tutto l’indotto, in particolare di quello aretino che è solito lavorare con il mercato degli Emirati Arabi, che poi rivendono nei mercati di tutto Oriente. Diverso il rapporto con i mercati asiatici, che crescono a ritmi forsennati. In questa edizione di Vicenzaoro January, i buyer di tutto il mondo sono tornati a comprare l’oro di Arezzo. Gli ordini registrati sono stati numerosi: tanti compratori dalla Russia, Indonesia, Iran e India risollevano l’andamento negativo dell’export registrato negli ultimi periodi. Giordana Giordini, dell’azienda orafa aretina Giordini, ha raccontato ad agenziaimpress.it la propria esperienza a Vicenzaoro January 2015: «La Giordini è un’azienda che vive di export, soprattutto con Dubai – spiega -. Questo non è un momento facilissimo per il comparto orafo aretino, ma non possiamo proprio lamentarci di questa Fiera di Vicenza. Anzi, le collezioni nuove sono piaciute tantissimo e abbiamo registrato numerosi ordini, anche per il mercato americano e sudamericano con il quale era da un po’ di tempo che non lavoravamo così bene. Rispetto alle altre edizioni, questa fiera è partita con una marcia in più. Sabato era piena di fermento e di compratori. Dopo alcune tristi edizioni del 2014, e un inizio soft dell’anno nuovo, questa fiera di Vicenza è carica di ottimismo. Questo dà una nuova forza a tutti i nostri progetti e piani di investimento per il futuro. Continueremo ad investire in macchinari dalla tecnologia d’avanguardia, per realizzare quei prodotti unici sempre più richiesti da clienti esigenti e consapevoli».
T-Gold, la fiera dei macchinari orafi italiani che vanno a ruba in tutto il mondo. In contemporanea con Vicenzaoro January si sta svolgendo T-Gold, la più importante vetrina espositiva italiana per la vendita di macchinari e tecnologie per la lavorazione dei materiali preziosi. Con un particolare occhio alla strumentazione di alta tecnologia, questo comparto fieristico è cresciuto in modo considerevole negli ultimi anni. Grazie anche alla chiusura di numerose aziende del settore, molti macchinari una volta impiegati nella produzione vengono oggi messi in vendita. A questi si aggiungono tutti i nuovi ritrovati della tecnologia prodotti dalle aziende italiane più all’avanguardia. Ricercatissimi per dare vita a nuove produzioni, i macchinari orafi italiani registrano cifre di vendita da far girare la testa. Questi macchinari nati in Italia, scrigno del sapere tecnico, del gusto e di tutta l’unicità del Made in Italy orafo, volano in massa verso destinazioni esotiche. Per nuovi e ricchissimi imprenditori asiatici, brasiliani, iraniani e di tutto Oriente, questi macchinari vivranno una nuova vita – in alcuni casi una seconda vita – andando a realizzare quegli oggetti d’oro e quei gioielli che una volta erano l’emblema dell’ “Oro di Arezzo” e dell’ “Oro di Vicenza”. I produttori e i venditori di queste “macchine” si dicono felicissimi di questa esplosione di vendite: attenzione però che questa gioia non si riveli effimera. Una volta impiantato e perfezionato questo nuovo ‘made in Italy di seconda mano’ in Paesi competitivi, pieni di risorse e con manodopera a costi minimi, i mercati saranno pieni di un prodotto capace di competere col nostro non più solo per costo, ma anche per qualità. Chissà se quel giorno, forse non troppo lontano, guardandoci indietro non penseremo di aver gioito troppo in fretta, essendoci in realtà penalizzati con le nostre stesse mani.