Il Castello di Poppi
Il Castello di Poppi
Il Castello di Poppi

Il castello di Poppi è la storica dimora dei Conti Guidi che dall’alto domina la valle del Casentino, conservando il prestigio e il potere di un tempo, pur ospitando nelle sue sale gli uffici del Comune. Da una decina di giorni il castello si ritrova modificato nel suo antico profilo, ospitando nella vetta del campanile  ben sei ripetitori telefonici. La nuova installazione ha suscitato non poche polemiche: cittadini e politici si sono sollevati in massa contro l’amministrazione e il sindaco di Poppi, Carlo Toni. Sono tante le motivazioni che accendono gli animi, di salvaguardia ambientale e storica. Il Castello fu infatti nel giugno del 1289 teatro della Battaglia di Campaldino, lo scontro tra guelfi e ghibellini a cui prese parte anche Dante Alighieri.

Antenne telefoniche sul castello Ripetitori per la telefonia mobile sulla torre campanara del castello di Poppi non si erano mai visti. «Fermiamo questo scempio» è il grido dei tantissimi abitanti che si oppongono a questa installazione, ed è il nome della petizione on-line promossa dalla lista civica “Poppi Libera” che proseguirà con la raccolta firme in occasione del mercato settimanale del paese. La raccolta firme verrà ripetuta anche nelle prossime settimane, spiegano gli organizzatori che insistono: «questo è un atto in difesa della bellezza, per rivendicare il diritto del Castello, patrimonio dell’umanità, a mantenere la sua originaria veste di monumento simbolo del Medioevo, caro non solo a Poppi, ed il diritto alla salute pubblica».

Contro la decisione del sindaco di Poppi  Sul web impazza una polemica che infiamma le pagine del sito del Comune, che vede scontrarsi, a suon di botta e risposta, cittadini, politici della lista civica e il primo cittadino. Prosegue anche l’agguerrita petizione web “Fermiamo questo scempio”, con la quale si chiede ai cittadini di esprimere il proprio dissenso all’installazione con mail indirizzate al sindaco, alla Soprintendenza e all’Arpat.

La lettera del sindaco ai cittadini «Se c’è qualcosa di buono è merito degli altri, ma se c’è qualcosa di sbagliato è colpa mia». Così il primo cittadino di Poppi ha risposto, con una lettera aperta diffusa l’8 gennaio, alle feroci critiche. «La prima decisione del 2015 presa dal Sindaco, con la Giunta e tutto il Gruppo Consiliare di maggioranza “Poppi nel cuore”, è stata quella di destinare (in aggiunta ai finanziamenti ordinari di bilancio), il canone di concessione derivante dai ripetitori (pari a 25mila euro all’anno per gli anni a venire fino al 2019, anno di scadenza di questa Amministrazione). Il che si traduce in interventi di manutenzione sul Castello dei Conti Guidi per 15mila euro e interventi di promozione turistica del territorio e attività culturali per 10mila euro. Il Castello genera questi ricavi e al Castello sono destinati. Credo che nessuno possa non ritenere utili e necessari interventi di manutenzione. Ad oggi, i ripetitori sono già installati sulla torre del Castello, nel rispetto delle autorizzazioni».

Le parole del sindaco «Nessun rischio né per il Castello né per la salute». A chi lo accusa di deturpare il castello dei Conti Guidi e di mettere a rischio la salute dei cittadini, Carlo Toni risponde così: «Preoccupazioni di impatto visivo/paesaggistico? Chi tutela il bene Castello, indipendentemente dalla proprietà (in primis i cittadini di Poppi, ma estendibile a tutti come patrimonio comune), ovvero la Soprintendenza di Arezzo, soggetto pubblico deputato a rispondere alla domanda, ha risposto con l’autorizzazione all’installazione. Ricordo che non si tratta di antenne svettanti sopra la torre come comunemente ce le immaginiamo, ma di ripetitori di ultima generazione tipo “casse acustiche” degli impianti stereo che tutti abbiamo nelle nostre case. Sono 6, posizionati in numero di 2 all’interno di 3 delle 4 arcate della torre dove sono posizionate le campane in direzione Bibbiena, Pratomagno, Stia, a circa 50 metri di altezza. Ognuna ha una superficie di 0,150 metri quadrati, per cui complessivamente non si raggiunge un metro quadrato di superficie emittente». Carlo Toni si difende anche da chi lo accusa di non pensare alla salute della popolazione e scrive: «L’Arpat, soggetto pubblico deputato a rispondere alla domanda, ha risposto con l’autorizzazione all’installazione». A chi lo accusa di “violentare” questa dimora storica ricca di significato e valore simbolico risponde per le rime: «Estremizzando, anche i computer presenti all’interno possono ritenersi fuori luogo? Ritengo questa un’argomentazione molto soggettiva ed ogni opinione in merito è assolutamente legittima. Non intendo pertanto, insieme al gruppo che oggi, per volontà dei cittadini, governa il Comune di Poppi, sottrarmi alle mie responsabilità. Naturalmente non finisce qui –  conclude scrivendo il primo cittadino di Poppi – sarà la “consecutio temporum” di latina memoria che ci dirà la verità delle cose e non so nemmeno se sarà importante sapere chi aveva più ragioni».