ampugnano_c.jpgAlle ore 13 del 9 marzo scadono i termini della gara indetta da Enac, per l’affidamento della concessione dell’aeroporto di Siena Ampugnano. Il 26 marzo è convocata una nuova udienza del processo relativo alle procedure di gara per la precedente privatizzazione dello scalo senese. Vinse il Fondo Galaxy. Ci sono 9 persone imputate – tra cui l’ex presidente del Monte, Giuseppe Mussari – per turbativa d’asta e falso ideologico. Il processo è stato caratterizzato da una interminabile serie di errori di citazione delle parti – in particolare è stato spesso impossibile consegnare gli atti ai rappresentanti del Fondo Galaxy – con conseguenti rinvii delle udienze. Lo spettro della prescrizione è ormai decisamente incombente.
L’inchiesta su quella gara risale al 2008, la società “Aeroporto di Ampugnano Spa”, fu messa in liquidazione il 26 ottobre 2012. Di quella società erano soci, il Monte con il 21%, i comuni di Siena e Sovicille, la Camera di Commercio, la Provincia di Siena e l’Aeroporto di Firenze. E ovviamente il Fondo Galaxy, unico socio privato. Erano stati fatti proclami di traffico addirittura da 490mila passeggeri all’anno, ipotesi poi abbassata a 250mila e infine a 100mila. Solo l’attivismo e il coraggio di un comitato civico consentì di far emergere un quadro desolante di relazioni. L’inchiesta è caratterizzata da una valanga di intercettazioni telefoniche che, al di là di quello che sarà l’esito del processo, aiutano a contestualizzare anche i successivi disastri senesi. Ma il processo non decolla per niente. E allora, che si vada ad una nuova gara per Ampugnano, senza che si sia fatta giustizia su quell’altra gara al centro di un processo irrisolto, è semplicemente una vergogna. Perché si riapre – forse – un capitolo, senza che si siano messe in fila le responsabilità di uno dei tanti fallimenti del recente passato senese. E il rischio è che questo sia un andazzo generalizzato per tutti i disastri cittadini. Nulla si crea e nulla si distrugge, ma tutto si trasforma. In cosa, è tutto da vedere e le incognite abbondano.
Vediamo nel merito. Dice il sindaco Valentini: «L’emissione del bando permetterà di verificare se ci sono le condizioni per riaprire  lo scalo a scopo di protezione civile, trasporto organi, turismo e viaggi d’affari. Niente gigantismo e niente sovvenzioni pubbliche – continua Valentini – ma un’importante opportunità per collegare meglio Siena al mondo, senza stravolgere la nostra identità ambientale e paesaggistica».  Andando a leggere il bando, lo schema di convenzione, al punto 1 dell’articolo 2, parla genericamente di un affidamento per “lo svolgimento delle attività di aviazione generale”. Non circoscrive o limita l’attività. Al punto k dell’articolo 4, fra gli obblighi della società affidataria, c’è quello di “comunicare ad Enac i proventi”. Ecco: quale è il modello possibile per far derivare “proventi” dallo scalo di Ampugnano?
Che cosa è cambiato oggi da quel 26 ottobre 2012, quando la Provincia di Siena, con un comunicato affermò, nel momento della liquidazione della società, che non c’erano “le condizioni di bilancio per dare continuità alla società”? Visto che al punto IV delle procedere di gara, il bando Enac afferma che sarà vincitrice l’offerta “economicamente più vantaggiosa” e che fra i requisiti, al punto 3, si chiede, ovviamente sia il “Piano economico finanziario”, che le “strategie e politiche tariffarie”, ciò presuppone l’esistenza di un modello operativo e di business. Visto che mancano 50 giorni alla presentazione dell’offerta, esiste una interlocuzione tra chi rappresenta la comunità dei cittadini e l’eventuale società privata proponente?
C’è qualcuno che ne sta parlando, che sta approfondendo? Il modello possibile, e quindi il contenuto dell’ipotetica offerta per il bando dell’Enac – se c’è – è al centro di un dibattito reale, che veda i cittadini partecipi e informati? Oppure l’eventuale offerta calerà dall’alto, “atterrando” sulla realtà senese come un Ufo? I soci pubblici, vista la spending review in atto e l’assenza di risorse del Monte, possono più o meno mettere il bercio. Ma l’interesse pubblico e comune rispetto ad una infrastruttura aeroportuale – in un senso o nell’altro – va comunque affermato, proprio nell’individuazione di un eventuale modello sia di business che di compatibilità ambientale. Perché non si ripercorrano le strade del fallimento. La trasparenza su questo punto è fondamentale, anche perché non esistono più dominus su piazza in grado di dire, “lascia stare, ci pensiamo noi”. Per fortuna.
Oppure, si intendono ricalcare le previsione del Fondo Galaxy, ancora rintracciabili sul web, dove in “dieci assunti semplici”, si eleggeva a modello l’aeroporto di Baden Baden, e si affermava, tra l’altro: «L’Aeroporto che vogliamo dovrà vedere una netta prevalenza del trasporto passeggeri rispetto al trasporto merci, con un traffico iniziale di 100mila passeggeri. Il numero di passeggeri previsti dal piano Galaxy dovrà essere mantenuto e incrementato nel tempo, senza scostamenti significativi, né in eccesso né in difetto. L’Aeroporto che vogliamo dovrà vedere una netta prevalenza del trasporto passeggeri rispetto al trasporto merci».
La pubblicazione di un bando di gara – né per Ampugnano nè per altro – non può essere un fatto positivo di per sé. E’ il contenuto che sta al centro di una proposta progettuale che può essere positivo e trasformarsi in opportunità, o meno. Ma se tutto avviene nel silenzio, se si riparla di decollo di Ampugnano senza aver fatto giustizia sul passato, non è ripartenza, è solo una finzione.
Perché se davvero si dovesse parlare di una nuova ipotesi di aeroporto di Siena, prima di tutto bisognerebbe dire chiaro e tondo quale è l’idea di Siena che si ha in mente. E magari iniziare a capire come realizzarla, questa idea di città nuova, del tutto destrutturata dalle caratteristiche del passato.
E poi bisognerebbe proiettare questa idea su scala quantomeno regionale. In concreto: la Regione ci metterebbe soldi o no, su un aeroporto di Siena. Quanti? Mancano 50 giorni alla scadenza del Bando Enac, c’è qualcuno che si sta occupando di questo? Si pensa ad uno scalo slow? A basso costo e piena sostenibilità sia economica che ambientale, in grado di intercettare flussi turistici precisi? Ci sono aeroporti, come Trapani, per esempio, in cui il fascino delle Egadi dirimpettaie, consente di sopravvivere. Ma bisognerebbe affrontare il tema a tutto tondo, con i cittadini partecipi, non trovarsi magari di fronte ad un nuovo progetto chiavi in mano, a scadenza.
Ultime considerazioni, come fossero note aggiuntive, che vanno oltre alle mura senesi:
1) è in corso una guerra a suon di ricorsi al Tar e alla Presidenza della Repubblica, per via di 400 metri in più o in meno per l’ampliamento della pista dell’aeroporto di Firenze.
2) Dal 1 gennaio, formalmente, scatta il primo anno di bilancio per la nuova società unica in cui Corporacion America, nuova padrona degli aeroporti di Pisa e Firenze, fonderà Sat e Adf, le due società che hanno gestito Pisa e Firenze. La Regione Toscana è stata al centro della difficile mediazione.