«Con quale coraggio Benjamin Netanyahu ha sfilato allo straordinario corteo di Parigi? Come può un uomo che non si pone scrupoli a seminare terrore, legittimando la morte di migliaia di persone, condividere le ragioni profonde della mobilitazione? Siamo tutti Charlie Hebdo perché crediamo nella tolleranza e nella laicità. E se siamo Charlie sicuramente non potremmo mai sfilare a braccetto con chi non rispetta questi valori. Quanta ipocrisia. Che vergogna». È questo il duro attacco di Diego Blasi dell’associazione Left Lab di Prato a nome del profilo Facebook di Sinistra Ecologia Libertà. Un affondo, quello dell’ex candidato vendoliano per il Consiglio comunale di Prato contro il primo ministro di Israele, scagliato con tale severità da fare il giro dei social nell’arco di un pomeriggio.
Le risposte Troppo per gli occhi della comunità ebraica, che in poche ore ha riversato una grandinata di commenti negativi. Compresi link per citare il trattamento degli omosessuali sotto il regime di Hamas a Gaza, ad evidente richiamo sulla tutela dei diritti civili, tema molto caro al movimento del governatore della Puglia e leader di Sel Nichi Vendola.
La cancellazione del post e l’intervento di Vendola Da lì, il passo verso il black-out è stato breve con la cancellazione del post. «Il dibattito è aperto tra noi, ma era diventato un pollaio. Erano davvero troppi i commenti da cancellare», si difende Blasi. Ma la versione fornita dalla comunità ebraica è ben diversa. Ad agire sarebbe stato direttamente il vertice di Sinistra Ecologia e Libertà. A spiegarlo è Daniel Funaro, ex responsabile dell’Unione Giovani Ebrei d’Italia: «Massimiliano Smeriglio della Regione Lazio (vice-presidente della Giunta regionale, ndr) e il capogruppo alla Camera, Arturo Scotto, si sono lamentati di quel post intriso d’odio. È intervenuto personalmente Vendola per smentire e dire che la pensa in maniera diversa».