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FIRENZE – Un’inchiesta coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia di Firenze e condotta dai carabinieri del NOE ha portato alla luce un vasto traffico illecito di rifiuti tessili tra le province di Prato e Pistoia.

L’indagine, avviata nel febbraio 2023, ha svelato l’esistenza di una struttura criminale ben organizzata, composta principalmente da soggetti di origine campana stabilmente residenti o domiciliati nelle due province.

Gli indagati e il modus operandi

Sono undici le persone coinvolte nelle indagini, insieme a tre società tessili gestite da imprenditori italiani e cinesi. Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, sarebbero state gestite in modo illecito quasi 100 tonnellate di rifiuti tessili, con un risparmio sui costi di smaltimento stimato in diverse decine di migliaia di euro.

I sacchi neri contenenti gli scarti tessili venivano abbandonati in terreni o capannoni in disuso, spesso occupati abusivamente, oppure lungo le strade. In alcuni casi, l’organizzazione avrebbe sfruttato la presenza dei rifiuti prodotti dall’alluvione del 2023 per occultare ulteriori quantitativi di scarti.

Le indagini si sono avvalse di pedinamenti, videoriprese e altre attività tecniche. I carabinieri hanno individuato i siti di produzione e abbandono dei rifiuti nei comuni di Montemurlo, Prato, Quarrata, Serravalle Pistoiese e Pistoia. Il traffico era orchestrato attraverso la redazione di false documentazioni, l’utilizzo di società fittizie per il noleggio di mezzi e la scelta di capannoni in disuso all’insaputa dei proprietari. I trasporti erano spesso preceduti da una “staffetta” per evitare controlli, con l’abbandono di diverse tonnellate di rifiuti per ogni viaggio.

Un fenomeno in crescita

Il fenomeno dell’abbandono illegale di rifiuti tessili nella zona di Prato e Pistoia è in forte crescita. Nel 2024, le tonnellate di scarti tessili abbandonati in aree pubbliche sono state 771, contro le 150 del 2023, con una stima di 850 tonnellate per il 2025. L’aumento dei costi di smaltimento legale – passato da 150 a 300 euro a tonnellata negli ultimi dieci anni – ha spinto molte imprese, soprattutto del pronto moda, a ricorrere a sistemi illegali per smaltire gli scarti.

Le autorità locali, insieme ad Alia Multiutility, hanno intensificato i controlli e le sanzioni, con oltre 2.700 multe comminate nel solo 2024 e quasi 80.000 controlli effettuati. Tuttavia, la diffusione del fenomeno rende difficile arginarlo completamente.

Le reazioni e le contromisure

Per fronteggiare l’emergenza, sono allo studio nuove misure come l’aumento dell’illuminazione nelle zone sensibili, l’installazione di dissuasori per il parcheggio e il rafforzamento della videosorveglianza con sistemi di intelligenza artificiale. Inoltre, è stato attivato il servizio “Prato Priority” per la segnalazione e la rimozione rapida dei rifiuti abbandonati tramite app dedicata.

L’inchiesta ha portato alla notifica degli avvisi di conclusione delle indagini a dieci persone e tre società, accusate a vario titolo di attività organizzate per il traffico illecito di rifiuti, gestione illecita di rifiuti e realizzazione di discarica abusiva.

“I sacchi neri abbandonati lungo le strade secondarie della piana fiorentino pratese, colmi di rifiuti tessili, sono l’altra faccia della medaglia della diffusa illegalità di gran parte del distretto dell’abbigliamento.”

L’inchiesta della Dda di Firenze rappresenta un nuovo, importante tassello nella lotta contro la criminalità ambientale che minaccia il territorio toscano e mette in luce la necessità di un’azione coordinata tra istituzioni, forze dell’ordine e comunità locale.

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