FIRENZE Lo stato di salute dell’informazione in Toscana tra luci e ombre. Se è confermata la crisi della carta stampata, infatti, sembra crescere l’editoria on line, mentre sembrano soffire radio e tv tradizionali. Tuttavia sono in crescita nuovi servizi, in particolare produzioni video e audio.
Si tratta del risultato della ricerca realizzata da Irpet e presentata questa mattina nel corso degli “Stati generali dell’informazione in Toscana” organizzata da Corecom insieme a Regione Toscana, Associazione stampa e Ordine dei giornalisti della Toscana.
“Le performance economiche del settore informazione-comunicazione evidenziano un generale stato di difficoltà, soprattutto con riferimento all’analisi dei dati economici in un’ottica di medio periodo – si legge nella ricerca -. Alcuni dati suggeriscono che siano in atto delle polarizzazioni dal punto di vista dell’assetto delle imprese con una maggiore strutturazione societaria delle più grandi e un ampliamento della platea dei fornitori di servizi, essenzialmente microimprese legate alle nuove produzioni”.
“Dal punto di vista occupazionale emerge una certa vitalità del settore, ma al contempo i dati generano preoccupazione per la precarietà delle forme contrattuali che vengono attivate. Nel complesso, infatti, la quasi totalità degli avviamenti al lavoro (96,7%) sono relativi a contratti a tempo determinato (57,4%) e a forme più o meno flessibili (atipiche) di lavoro (39,3%). Il contratto di lavoro a tempo indeterminato (al cui interno è presente anche il contratto di apprendistato) è pari ad appena il 3,3% del totale degli avviamenti al lavoro.
Dal rapporto emerge dunque un quadro con luci e ombre per un settore dell’informazione che in Toscana presenta certamente opportunità importanti, che è dotato al suo interno di professionalità di alto livello, ma che evidenzia punte di debolezza sui dati che essenzialmente afferiscono alla qualità dell’occupazione, come anche alla capacità di creare valore da parte di alcune imprese.
“Il rapporto Irpet ci consegna una serie di considerazioni abbastanza pesanti e allarmanti – dice Carlo Bartoli, presidente dell’Ordine dei giornalisti –, non solo dal punto di vista occupazionale e produttivo, ma anche riguardo al possibile depauperamento del sistema pluralistico dell’informazione in Toscana. Il rafforzamento delle imprese è quasi sempre legato a una delocalizzazione, con perdita di caratterizzazione su base regionale e locale. Le conclusioni ci dicono che piccolo non è bello, specie se isolato. Dobbiamo sforzarci e lavorare per rafforzare il settore in Toscana: l’ordine, il sindacato, la Regione, gli enti locali, le istituzioni, perché un sostegno mirato e forte al settore è indispensabile”.