SIENA – Alla fine Siena se ne dovrà fare una ragione. Il futuro non è Beko e se c’era qualche dubbio, prima il ministro Urso in Turchia e ieri nell’incontro al ministero, il concetto è stato spiegato a chiare lettere.
La scelta (obbligata) è acquisire lo stabilimento di viale Toselli se si vuole continuare ad avere una prospettiva industriale in zona. Nella realtà poteva andare anche diversamente, perchè gli spazi di manovra c’erano, ma è stato deciso di salvare il sito di Comunanza (Ascoli Piceno). E’ probabile che a questo punto il 24 febbraio, quando le parti si rivedranno a Roma, sia più o meno una passerella per gli emissari senesi. La multinazionale ha già dato garanzie, per voce sempre di Urso, e quelle restano. A maggior ragione ora che gli esuberi sono scesi da 1.935 a poco più di 1.400.
L’interesse era collettivo, perchè la vertenza era unitaria e così è stato. Siena è stata “sacrificata” in nome forse della ragione politica, come ha evocato ieri la segretaria Fiom Daniela Miniero nel corso dello sciopero. Uno sgarbo al presidente delle Marche Francesco Acquaroli, stesso colore politico di Urso e della premier Meloni, era più complesso. Quindi, è opportuno voltare quanto prima pagina, come ha già capito da tempo il Comune di Siena, probabilmente perchè informato tempestivamente dell’andazzo. La mossa di Train non è casuale, nonostante il ministro continui a ripetere che il pubblico devo comprare il sito. Quello non si può fare, ma a una partecipata, quale è l’ex gestore del Tpl, non è vietato.
La Regione al tavolo romano ha ribadito la disponibilità a scendere in campo. Valerio Fabiani, braccio destro del presidente Giani per quanto riguarda il lavoro, ha tirato fuori la legge regionale sui consorzi. Poi ha richiamato Beko alle proprie responsabilità. Pratica giusta quando di per sé inutile, perchè a 10 mesi dall’arrivo dei turchi a Siena, è ormai evidente che si tratta solo di operazione tesa a togliere dai guai Whirlpool.
Resta da convincere sindacati e lavoratori che la cosa buona da prendere è il tempo che rimane da qui al 2027 per trovare una soluzione. Tutti uniti. In viale Toselli ha dimostrato di saper fare squadra e anche di saper calcare la mano nel modo giusto. Sono arrivati dove potevano arrivare.
Spiace che da novembre, quando fu chiarito che Siena non avrebbe avuto futuro (e da allora è stata concessa solo qualche boccata di ossigeno in più, tradotta in ammortizzatori sociali), siano andati in scena tanti teatrini istituzionali. Evitabili. Sempre meglio una brutta verità immediata che una bugia tirata per le lunghe.