ROMA “Il settore del vino non sta andando bene: il 60% dell’export è concentrato in 5 Paesi e negli Usa le vendite interne di vino italiano hanno perso il 4,4% a volume nel 2024, dato che replica il calo accusato nell’anno precedente. Per questo serve allargare il proprio ambito di azione con politiche commerciali come quelle con il Mercosur”. Lancia l’allarme Il presidente dell’Unione Italiana Vini, Lamberto Frescobaldi, lancia l’allarme sul calo dell’export agli Stati Generali del Vino in corso a Roma, in Campidoglio.
A preoccupare i produttori non c’è solo il calo dell’export e il rischio dazi degli Usa, ma anche il tema del rapporto vino e salute. “Il settore del vino – ha detto Frescobaldi – è sempre più spesso vittima di fuoco amico, anche da certi testi dell’esecutivo europeo. I contenuti espressi nel piano Beca della Commissione Ue, a 3 anni dalla sua bocciatura politica da parte dell’Europarlamento ne sono l’esempio”. Il rapporto Beca mette in luce i possibili rischi per la salute, connessi ad alcuni alimenti tipici della dieta mediterranea, fra cui anche il vino.
“Ed è un’autoflagellazione di difficile comprensione – continua -. L’esempio degli health warning in Irlanda è poi inaccettabile e va contro il principio della libera circolazione delle merci, si deve fare marcia indietro”, ha proseguito in merito al testo pubblicato nei giorni scorsi dalla Commissione, che prevede forti limitazioni al commercio oltre all’introduzione di etichette allarmistiche e altro.
Nota positiva è arrivata invece per quanto riguarda il rapporto tra produzioni enologiche e territori, in grado le prime di aprire sempre nuove opportunità turistiche. “E’ importante sottolineare che il vino, in quanto parte integrante del patrimonio culturale e paesaggistico europeo, è in grado alimentare il turismo enogastronomico”. Il Presidente Frescobaldi ha quindi portato l’esempio di Montalcino, in cui la presenza di questo tipo di turismo ha permesso l’avanzamento economico e lo sviluppo di molte altre attività nella zona.