SIENA – “Può Papa Francesco, il cui nome stesso si richiama agli ultimi, accettare di avere come sponsor una società che ha annunciato la chiusura dello stabilimento senese e altre fabbriche in Italia con i conseguenti esuberi dichiarati di 1935 addetti a livello nazionale di cui 299 a Siena?”.

Domanda quasi retorica che la consigliera regionale Elena Rosignoli (Pd) ha inserito in una lettera indirizzata al cardinale Augusto Paolo Lojudice per fare in modo che faccia da tramite con il pontefice in merito alla vicenda Beko.

A spingere l’esponente Dem la presenza del gruppo turco tra i “supporter” del Giubileo. “Faccia sentire la voce dei lavoratori e delle loro famiglie e porti a Roma il grido di speranza per far intervenire il Santo Padre con la multinazionale”, chiede ancora Rosignoli, rivolgendosi al presidente della Conferenza episcopale toscana.

“Certamente immagino che i costi per l’organizzazione siano ingenti e che quindi il supporto di questa azienda possa fare comodo. Immagino che anche vendere i gadget con la mascotte Luce serva a questo, però mi domando come cose del genere non possano smarrire e confondere i fedeli – fa notare ancora la consigliera -. Sarebbe importante che le aziende scelte dalla Santa Sede per le loro opere o come sue fornitrici rispondessero ad un alto senso di responsabilità sociale. Per questo auspico che il Santo Padre possa intercedere per noi nei confronti della proprietà dal momento che avrà canali privilegiati per le comunicazioni”.

In attesa di eventuale risposte, va ricordato che Papa Francesco si è già interessato al caso. A inizio dicembre aveva incontrato una delegazione di lavoratori, facendo poi un appello nel corso dell’Angelus. “Sono vicino ai lavoratori di Siena, Fabriano e Ascoli Piceno, che difendono in modo solidale il diritto al lavoro, che è un diritto alla dignità. Che non gli sia tolto il lavoro, per motivi economici o finanziari”, aveva detto il pontefice.

Nel frattempo è arrivata la nuova convocazione per il tavolo ministeriale. Le parti si rivedranno il 10 febbraio alle 14.30, mentre venerdì è in programma un altro corteo a Siena, con partenza da piazza Salimbeni alle 10 e arrivo in prefettura. Nell’ultimo faccia a faccia l’azienda ha confermato lo stop della produzione alla fine dell’anno, ma ha fatto un’apertura per concedere gli ammortizzatori sociali fino al 2027.

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