Panorama dell'Isola di Montecristo

MONTECRISTO – Riprendono in primavera le visite all’isola di Montecristo, celebre per avere ispirato il titolo a uno dei più letti romanzi di Alexander Dumas e per essere tra le isole più inacessibili del Mediterraneo.

L’isola infatti è riconosciuta Riserva Naturale dal 1971 e Riserva natuale biogenetica europea dal 1988 ed è gestita dal Parco dell’Arcipelago Toscano. Non può dunque essere visitata liberamente né è possibile raggiungere le sue coste, pena una denuncia da parte delle autorità. L’isola è presidiata dal reparto Carabinieri Biodiversità di Follonica ed è inserita nel perimetro sia del Parco Nazionale Arcipelago Toscano, sia della Riserva della Biosfera “Isole di Toscana” nell’ambito del Programma MAB dell’UNESCO, nonché nel Santuario Internazionale per la protezione dei Mammiferi Marini Pelagos.

Montecristo è la quarta isola in ordine di grandezza nell’Arcipelago Toscano con una superficie di 10, 4 kmq ed è la più lontana dalla costa continentale da cui dista circa 63 km.

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Sono tante le leggende intorno a questo scoglio in mezzo al mare che ospita anche il monte Fortezza con i suoi 645 metri sul livello del mare. Di lei e della bellissima cala Maestra si innamorò, tra gli altri, anche il giovane Vittorio Emanuele III tanto da costringere la sua giovane sposa, Elena di Montenegro, ad andarci in viaggio di nozze, per poi tornarci anche in seguito con la scusa della caccia e in compagnia di qualche amante.

Ma l’isola fu anche il ritiro del santo monaco Mamiliano, conteso da morto tra gigliesi e elbani. “Quando morirò vedrete un grande fuoco alzarsi e verrete a prendermi”, aveva
detto a qualcuno. Ma pare che i gigliesi, chiacchieroni, avevano spifferato ai quattro venti la confessione del monaco e nel giorno fatale (15 settembre 460 d.C.) si erano dovuti scontrare con gli elbani, giunti anche loro alla grotta in cima al monte per portarsi
a casa le sue spoglie. E così ai gigliesi, si tramanda, non rimase che un braccio del Santo, anzi, l’ulna del braccio, ancora oggi venerata e portata in processione.

Di recente (2015) un bel libro, “Montecristo. Dentro i segreti della natura selvaggia“, di Marco Albino Ferrari ne ha raccontato gli aspetti naturalistici e ambientali più incredibili, avendo avuto la possibilità di muoversi liberaramente per l’isola.

L’accesso alle sue coste è rigidamente regolamentato a terra e a mare; è vietata la balneazione, così come non è consentito prelevare alcuna specie vegetale o animale, né materiale di interesse geologico.

Le visite guidate sono autorizzate fino ad a un numero massimo consentito. I periodi di fruizione sono compresi tra il 1° marzo e il 15 aprile e tra il 15 maggio e il 31 ottobre, con esclusione del periodo 16 aprile – 14 maggio per motivi di tutela dell’avifauna migratoria.

Per il 2025 il calendario delle visite prevede 23 giornate (ciascuna per 75 posti) per un totale di 1725 persone (prenotazione e pagamento on-line). Di queste 21 prevedono la partenza dal porto di Piombino (Livorno) con scalo a Porto Azzurro (isola d’Elba) e 2 da Porto Santo Stefano (Grosseto) con scalo a Giglio Porto.

Dei 1725 posti disponibili 100 posti (a costi agevolati) sono riservati ai residenti nei Comuni delle isole dell’Arcipelago Toscano. I residenti possono accedere ai posti riservati prenotando entro e non oltre il 3 marzo 2025. Agli studenti, con priorità per i residenti nelle isole dell’Arcipelago Toscano, è destinata una fruizione educativo-ambientale nel numero massimo di 275 accessi all’anno.

Chi è interessato può prenotarsi sul sito del Parco [LINK]