SIENA – L’Accademia Musicale Chigiana celebra il Natale il 23 dicembre con il Coro della Cattedrale di Siena ‘Guido Chigi Saracini’, diretto dal maestro Lorenzo Donati.

L’evento della stagione Micat in Vertice presenta un interessante percorso natalizio attraverso la produzione corale sacra del XX e XXI secolo.

Il programma unisce elementi di minimalismo, spiritualità post-moderna e tecniche compositive avanzate, valorizzando la tradizione della musica sacra: da quella polacca, alle britanniche e scandinave.

Si inizia con James MacMillan e il suo ‘O Radiant Dawn’, da The Strathclyde Motets che impostano la messa per le feste. Il concerto in Duomo continua con ‘Sieben Magnificat-Antiphonen’ di Arvo Pärt.

Per coro misto a cappella sono state composte nel 1988: sette antifone cantate nella liturgia cattolica romana nella preghiera serale nei sette giorni che precedono la vigilia di Natale, dal 17 al 23 dicembre. Pärt ha assemblato queste preghiere in un unico pezzo da concerto completo.

‘O Sapientia’ di Paweł Łukaszewski, appartiene al ciclo ‘Antiphona’, realizzato tra il 1995 e il 1999. Un grido appassionato al Messia, che loda Dio, esprime attesa e desiderio. ‘O do not move’, composto da John Tavener nel 1990, imposta un testo evocativo di Georgios Seferiades, ‘Oh, non muoverti; ascolta il dolce inizio’. Con accordi lunghi e un armonico motivo discendente, Tavener usa l’atemporalità del canto greco ortodosso per esprimere la frase ‘Dove, se non nel presente, può essere incontrato l’eterno?’.

Il Coro della Cattedrale di Siena ‘Guido Chigi Saracini’ canterà ‘O Lord, you have searched for me’ di Jan Sandström: una sensibilità giocosa invita a godere questa opera. Il direttore Donati dirigerà ‘O Gloriosa Virginum’, dedicata da Krzysztof Penderecki al maestro José Antonio Abreu.
‘Oremus’, di Urmas Sisask, è l’invito a pregare, recitato prima di brevi preghiere nella Messa romana. Sisask ha sviluppato un suo linguaggio espressivo con un idioma vicino ai tradizionali modi autentici della chiesa. Ed ancora, due brani di Ēriks Ešenvalds, uno dei musicisti lettoni più conosciuti: ‘Only in Sleep’ e ‘O come, o come Emmanuel (arr. P. Lawson)’, espressioni della sensibilità per la natura, del rapporto privilegiato fra esperienza e conoscenza. Gran finale con ‘Amen op. 35’ di Henryk Górecki.

Emerge l’orizzonte e la tensione spirituale e artistica del compositore che, prima nelle avanguardie, poi nella fede e nella tradizione musicale polacca, aveva cercato il ‘dove’ ideale per i propri significati e messaggi.

Il concerto, in collaborazione con Opera della Metropolitana e la nostra Arcidiocesi, esalta il ruolo centrale che il coro continua a svolgere nella contemporaneità, rinnovando una tradizione secolare nella liturgia e nella cultura musicale.

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