FIRENZE – I dubbi sollevati dalla Consulta in merito alla legge sull’autonomia differenziata sono una panacea per il centrosinistra. “L’incostituzionalità è la conferma dell’accoglimento dei nostri ricorsi”, esulta il presidente Eugenio Giani, interpellato da La Stampa.
La Toscana non è da sola, perchè ricorsi sono arrivati anche da Sardegna, Emilia Romagna, Puglia e Campania. “Il nostro ricorso non si schierava contro la valorizzazione dell’autonomia. Ma si opponeva all’esasperazione nella differenziazione tra le varie Regioni – spiega -. Noi puntiamo, in altri termini, all’autonomia equa e solidale. E ora la Corte costituzionale ha scritto tre pagine in cui evidenzia il forte profilo incostituzionale e rimanda alla sentenza per definire che la legge Calderoli non va bene”. La Consulta precisa che “il Parlamento non può essere bypassato dal governo e che non ci deve essere una legge spacca Regioni. Perché altrimenti le Regioni più ricche continueranno ad esserlo ancora di più, mentre quelle più povere rimarrebbero sempre più povere”.
La Consulta quindi, secondo Giani, ha visto violato l’articolo 5 della Costituzione “per cui la Repubblica italiana, una e indivisibile, riconosce e promuove le autonomie locali. Queste esprimono differenti caratteristiche ma sempre d’intesa con le leggi del Parlamento. Invece con la legge sull’autonomia differenziata verrebbe meno questa intesa e verrebbe meno l’unità d’Italia – conclude -“.