FIRENZE – Le nuove attività parlano straniero. Tra il 2013 e il 2023, le imprese attive con titolari nati all’estero sono cresciute in Italia del 29,5 per cento, pari a quasi 134 mila aziende in più.
Al contrario, quelle guidate da italiani sono calate del 4,7 per cento, con una perdita di oltre 222 mila imprese. A rilevarlo è l’indagine della Cgia di Mestre, che mette per altro in luce come le imprese a conduzione straniera sono oggi oltre 15mila in più di dieci anni fa, mentre quelle guidate. da italiani sono quasi 58mila in meno.
Firenze si colloca al settimo posto in Italia per crescita di imprenditori stranieri. Prato ha registrato un aumento di 2.640 imprese straniere nell’ultimo decennio, mentre le aziende guidate da italiani sono scese di oltre 6mila unità. Ad Arezzo, le imprese con titolari stranieri sono aumentate di 1.535, a fronte di un calo di circa 6.400 imprese italiane.
A Pistoia si contano 1.414 imprenditori stranieri in più e 5.591 italiani in meno. La stessa tendenza si osserva a Livorno (+1.352 imprese straniere e -4.109 italiane), Grosseto (+1.272 e oltre -2.900), e Pisa (+1.062 e -5.814). Anche a Lucca le imprese straniere sono cresciute, superando quota 1.000, mentre quelle italiane sono scese di 5.251. A Siena si rilevano 617 imprese straniere in più e 5.647 italiane in meno, mentre a Massa Carrara l’aumento è di 445 unità per le imprese straniere, con un calo di 2.521 aziende italiane.
Secondo l’analisi, a incidere sulla marcia indietro delle iniziative da parte degli italiani tasse, burocrazia, caro-bollette, costo degli affitti. Tuttavia la Cgia fa notare che “non sarebbero trascurabili le attività economiche a guida straniera avviate per “coprire” operazioni di evasione e commercializzazione su larga scala di merce contraffatta. Creando non pochi problemi anche di concorrenza sleale nei confronti delle imprese italiane dello stesso settore. Fenomeni, questi ultimi, che le forze dell’ordine devono continuare a monitorare con maggiore attenzione”.