banca etruriaSono trascorsi quattro mesi dall’annuncio euforico che il presidente di Banca Etruria Lorenzo Rosi fece a ridosso di Ferragosto: «Consapevoli della necessità dell’aggregazione, il cda all’unanimità mi ha  incaricato di dare ulteriore impulso al processo di integrazione, orientando la ricerca, oltre che verso l’individuazione di un partner industriale, anche verso primari fondi di investimento, anche internazionali; in questa operazione la banca si avvarrà di un advisor finanziario del calibro di Mediobanca». Evidentemente il mercato non ha recepito e i famosi partner non si sono ancora palesati. Pertanto anche Banca Etruria si appresta a mandare, come tutte le aziende, il primo segnale veramente forte agli investitori: un piano di risparmi che prevede 410 esuberi nel personale, più del 20% delle unità attualmente impiegate.

Scenario prevedibile Era una decisione già nell’aria che, evidentemente, è stata scongiurata sino all’ultimo e che continua a essere indorata, visto che la si propone e non la si impone: già ieri sera c’è stato il primo incontro con i sindacati, l’aspettativa è che ci siano le condizioni per ricorrere ai più morbidi contratti di solidarietà.
Il comunicato di Banca Etruria è, nello stile dell’istituto di via Calamandrei, felpatissimo. Da una parte si afferma  di avere deliberato una serie di attività indirizzate «a un processo di decisa riorganizzazione aziendale finalizzato a definire una struttura maggiormente coerente, anche in termini dimensionali, rispetto all’attività svolta e a un mutato quadro economico che richiede maggior reattività al servizio di famiglie, imprese e del territorio di riferimento». Dall’altra che «gli interventi prevedono una serie di misure strutturali tese al recupero, anche in relazione a uno scenario economico che permane debole, di efficienza operativa e produttività finalizzate a un riequilibrio gestionale del Gruppo che sia sostenibile e in linea con l’evoluzione del sistema bancario. Tali misure straordinarie prevedono l’avvio di una spending review rigorosa e generalizzata, anche attraverso la definizione di un nuovo modello organizzativo, con la strutturazione di uno specifico comparto aziendale dedicato alla gestione industrializzata dei crediti cosiddetti non performing, nonché con  una ottimizzazione dei costi del personale, a fronte di 410 Fte in esubero stimati rispetto alle attuali esigenze organizzative». lorenzo rosi presidente banca etruria

Prospettive buie E questo è quanto. Un quarto dei dipendenti di Banca Etruria risulta essere in esubero, alla faccia delle rassicurazioni che ostinatamente la Banca e le istituzioni aretine hanno continuato a dare per l’intero percorso della crisi dell’istituto.
Il cosiddetto «efficientamento del Gruppo», che non ha impedito di rimborsare 1,3 miliardi di euro di Ltro (long term refinancing operation) fino ad azzerare per intero l’esposizione verso la Bce, ha costretto il cda di Banca Etruria a rinviare la convocazione dell’assemblea straordinaria, chiamata ad approvare la trasformazione dell’istituto in società per azioni, a dopo la presentazione del progetto di bilancio 2014.
Ad Arezzo si annunciano tempi veramente bui.