SIENA – “Se ci sono investimenti e un progetto se ne può ragionare insieme. Viceversa, se fossimo invece di fronte ad un’operazione di tipo speculativo, allora non ci stiamo e faremo di tutto per non consentirlo”.
Non ci gira attorno Valerio Fabiani, consigliere per il lavoro del presidente Giani. Il tavolo a Roma su Beko è terminato con un nulla di fatto. Non c’è un piano industriale e l’azienda ha preso ancora tempo. Tuttavia, l’impressione è che il futuro dello stabilimento di Siena sia a forte rischio, visto che è uno di quelli ritenuti “critici” nell’orizzonte societario.
“Abbiamo talmente contezza del fatto che serva investire per cambiare – ha aggiunto Fabiani- che manderemo ai vertici della società l’accordo sottoscritto in Regione con tutte le organizzazioni sindacali senesi per un piano straordinario per la formazione dei dipendenti che può arrivare fino a tremila euro a lavoratore o lavoratrice coinvolti. E ci aspettiamo che anche il Governo faccia la sua parte in questo senso”. Le parti si dovrebbero rivedere a fine mese, ma l’impressione al termine del confronto, è che si tratti di una lenta agonia.