SIENA – «Il 25 novembre 1952 all’Ambassadors Theatre di Londra andava in scena per la prima volta ‘Trappola per topi’ di Agatha Christie. Da allora, per 70 anni ininterrottamente, il sipario si è alzato su questa commedia ’gialla’ senza tempo e di straordinaria efficacia scenica. Ed ora tocca a noi».
A raccontarlo il regista Giorgio Gallione alla vigilia della messa in scena venerdì 9 novembre al Teatro dei Rinnovati dove entra nel vivo la stagione 2024 – ‘25.
Un classico della letteratura teatrale tradotto e adattato da Edoardo Erba; un cast numeroso che incarna, obiettivo del regista, un ventaglio di personaggi bizzarri e ambigui ma mai stereotipati. Uno spettacolo ricco di rigore ed eccentricità, non polveroso che lascia spazio all’invenzione e alla sorpresa, all’imprevedibilità e al contempo all’esattezza, come nella scrittura della grande drammaturga britannica.
«Non è consueto per me, spesso regista drammaturgo, misurarmi con un classico della letteratura teatrale. Certo da interpretare, ma da servire e rispettare. Non ho avuto dubbi ad accettare. Perché ‘Trappola per topi’ è impregnata di suspense ed ironia; abitata da personaggi che non sono mai solo silhouette o stereotipi di genere, ma creature bizzarre ed ambigue capaci di stimolare una messa in scena non polverosa o di cliché. In fondo, è questo che cerco nel mio lavoro: un mix di rigore ed eccentricità. Il dovere di tramandare non deve censurare il piacere di interpretare», continua Gallione.
Altri gli aspetti che, secondo il regista, distinguono la commedia. «Nonostante l’ambientazione d’epoca e tipicamente British, il racconto e la trama possono essere vissuti come contemporanei, senza appoggiarsi sul già visto, calligrafico o di maniera, fatto spesso di boiserie, kilt, pipe e tè. Stereotipi della Gran Bretagna non lontani dalla semplicistica visione dell’Italia pizza e mandolino. Credo che i personaggi di Trappola nascano ovviamente nella loro epoca, ma siano vivi e rappresentabili oggi, perché i conflitti, le ferite esistenziali, i segreti che ognuno di loro esplicita o nasconde sono quelli dell’uomo contemporaneo, dell’io diviso, della pazzia inconsapevole. E credo di riuscire a dimostrarlo grazie alla potenza senza tempo di Agatha Christie, anche e soprattutto con il talento e l’adesione di una compagnia di artisti che gioca seriamente con un’opera ‘chiusa, precisa come una filigrana, che però lascia spazio all’invenzione e alla sorpresa, una promessa di imprevedibilità e insieme di esattezza».
Nel cast, Claudia Campagnola, Dario Merlini, Stefano Annoni, Maria Lauria, Marco Casazza, Matteo Palazzo, Raffaella Anzalone. «E poi ci sono la neve, la tormenta, l’incubo dell’isolamento e della bivalenza, il sospetto e la consapevolezza che – conclude Gallione – il confine tra vittima e carnefice può essere superato in qualsiasi momento. Ingredienti succosi ed intriganti che spero intrappoleranno il pubblico».