LUCCA – Il ‘primo atto’ di Lucca Comics & Games è l’inaugurazione delle mostre a Palazzo Ducale, che rappresentano la parte, in una certa misura, più ricercata tra le innumerevoli proposte della manifestazione.

Quest’anno, le monumentali sale di Palazzo Ducale ospitano sei esposizioni e, mentre nell’immediato post-pandemia avevano perso un po’ di smalto, in questa edizione hanno recuperato lo splendore di un tempo, grazie a degli allestimenti molto curati e pensati per valorizzare al meglio ogni singola mostra.

La principale, ovviamente, è quella dedicata al Maestro Yoshitaka Amano, autore dei tre poster che illustrano lo spirito di Lucca Comics & Games 2024 e che sono dedicati alle opere di Giacomo Puccini nell’anno del centenario della morte del Maestro lucchese. E’ anche la prima che si incontra nel percorso espositivo, entrando nell’esposizione attraverso un ‘tunnel’ con le pareti dedicate al Sensei giapponese. Un ingresso estremamente suggestivo che apre all’esposizione delle opere giovanili di Amano. Appena usciti dal tunnel, in realtà ci si trova di fronte ai poster dell’edizione di quest’anno del Festival lucchese (per ora solo due, ma dal 30 novembre saranno affissi tutti e tre), da qua si inizia un percorso che porta a conoscere i (già ben conosciuti) personaggi a cui ha dato vita all’inizio della carriera. Tra questi l’Ape Magà, Hurricane Polimar, Kyshan, Judo Boy, Yattaman e Tekkaman. Non moltissime le opere in esposizione, ma questa è solo un’anteprima della grande mostra – la più grande mai realizzata in Occidente – in programma a Milano, sempre allestita da Lucca Comics & Games e che sarà visitabile dal 13 novembre.

Di tutt’altro segno, l’altra mostra di punta di questa edizione, quella che percorre le tappe salienti della carriera di Carmine Di Giandomenico e che ha trovato la sua naturale collocazione nella sala più prestigiosa, la Galleria dell’Ammannati. Qui siamo di fronte a un allestimento più ‘classico’, con un percorso a ferro di cavallo che si snoda nella galleria, ma estremamente curato dal punto di vista scenografico, in modo da dare massimo risalto alle opere. Sono stati selezionati i passaggi più significativi della carriera di questo raffinato artista: si parte dagli esordi con ‘Examen’, per passare alla lunga e proficua collaborazione con Alessandro Bilotta, attraverso le tavole di ‘Giulio Maraviglia’ e ‘La Dottrina, per soffermarsi su ‘Oudeis’, prima opera da autore completo di Carmine Di Giandomenico.

Il percorso prosegue con l’approdo alla Marvel e al suo universo, dove ha dato forma e sostanza a Daredavil, Magneto e I Fantastici Quattro, per arrivare al passaggio alla DC Comics, dove è fautore del rilancio di Flash, fino ad arrivare alla miniserie, scritta da Chip Zdarsy, ‘Batman Knight’. Spazio anche a ‘Leone’, realizzata con Francesco Colafella, dove si racconta la storia di un musicista emigrato a New York a inizio dello scorso secolo, fino ad arrivare al video che accompagna l’ultimo brano di Claudio Baglioni.

In questa mostra le opere e le tavole originali davvero non mancano e danno il senso di quello che è il lavoro di questo artista e di come si sia approcciato a personaggi che hanno fatto la storia del fumetto internazionale, dandone una sua interpretazione, sempre caratterizzata dal segno netto e pulito.

La partnereship con la Francia ha dato l’occasione ai curatori delle mostre di affrontare un tema insolito, dando vita a una mostra sicuramente insolita, ma decisamente molto interessante. Forse la più interessante del ‘pacchetto 2024’. Si chiama ‘Jubilé Hurlant’ e prende le mosse dalla presenza di Jean-Pierre Dionnet, uno dei fondatori della rivista ‘Métal Hurlant’ che è celebrata in questa esposizione. A pochi anni dai fermenti del ’68, Métal Hurlant sembrò realizzarne le promesse e l’immaginazione sembrò arrivare veramente al potere. In questo contesto esplose Moebius e, cioè, Jean ‘Gir’ Giraud, che, con le sue tavole ha sostanzialmente cambiato la fantascienza, facendola divenire quella che oggi noi conosciamo e che ci ha portati a esplorare mondi fantastici. E ancora, Philippe Druillet; Richard Corben, maestro dell’Iperrealismo americano; Caza; Jodorowsky; Giménez e molti altri. Fino al 1987, la rivista era a pieno titolo una sorta di ‘rivoluzione in progress’, dimostrando che un altro fumetto era possibile. E quella di Palazzo Ducale è una mostra che, di fatto, dimostra quanto questo fosse vera questa iddea e fa ammirare i lavori che scaturirono dalle penne di allora, accanto a quelli nati nella rinascita della rivista, avvenuta solo pochi anni fa. Un allestimento che rende assolutamente onore alla rivista e ai nomi che ha ospitato, che presenta un’ottima ambientazione ch esalta le tavole originali, senza sminuire le riviste messe in esposizione. La ‘perla’ della mostra è l’isola centrale della sala, dedicata alle riviste appunto. Non chiuse in teche e irraggiungibili, ma a disposizione del visitatore per essere lette o tutt’al più sfogliate per farsi un’idea di cosa era e cos’è Métal Hurlant.

La sala successiva ci porta ai confini del Mar Mediterraneo, dimostrando come l’arte possa annullare la geografia. Si tratta della mostra ‘Kamimatuna, le nostre parole di libertà: Takoua Ben Mohamed, Zainab Fasiki, Deena Mohamed’ che, attraverso le opere di queste tre artiste, esplora l’arte in questa parte di mondo.

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Va subito detto che l’intento della mostra, cioè, dare voce a tre artiste che lottano per la libertà delle donne e di opinione nei loro rispettivi Paesi, è sicuramente degno di nota e importante, ma le opere in mostra sono poche e non poi così rilevanti. A rendere l’esposizione degna di nota è un allestimento veramente molto curato: colori, sagome, pannelli decorati, tutto ha un suo perché e tutto serve per mettere in risalto delle tavole che, diversamente, forse non avrebbero colpito così tanto. Diviene, così, abbastanza ovvio al visitatore come la rilevanza di questa mostra stia nel messaggio che lancia, più che nella parte più strettamente artistica. E, in fondo, di fronte a un mondo mediorientale dove la discriminazione è all’ordine del giorno, va bene che sia così.

Proseguendo il percorso espositivo si approda al mondo fantastico di Kazu Kibuishi, uno degli ospiti di punta di questa edizione di Lucca Comics & Games. Autore capace di unire più anime e raggiungere il cuore di giovani lettori e lettrici, accompagnandoli nei mondi fantastici che escono dalla sua matita, diffondendo l’amore per la lettura attraverso il linguaggio della graphic novel.

Grande protagonista è la saga ‘Amulet’, della quale sono esposte non poche tavole originali che si possono ammirare appese sopra il corrispettivo stampato a colori: un modo molto interessante di allestire la mostra che fa sì che si possa comprendere tutto il percorso creativo che caratterizza questo artista.

Anche in questo caso, sono azzeccatissimi i colori che accompagnano le opere del maestro giapponese ed è sicuramente interessante la parte centrale della grande sala di Palazzo Ducale, una sorta di ‘isola’ dedicata a Harry Potter, con l’esposizione delle tavole delle copertine disegnate da Kinuishi per i libri della saga del maghetto più famoso al mondo, accompagnate dall’esposizione dei libri abbelliti da queste copertine.

Una delle mostre più interessanti è ‘Francesca Ghermandi: il Pianeta intergalattivco. Fumetti, disegni, oggetti’, che permette di entrare nel mondo di questa artista, attraverso il meglio della sua produzione.

Una mostra folle, con un allestimento altrettanto folle, che non segue regole o canoni. Come, d’altronde, non segue regole o canoni nemmeno la produzione di Francesca Ghermandi, che esplora il mondo dell’arte in ogni sua sfaccettatura. Girando per la sala a lei dedicata, si capisce subito che i confini – mentali o artistici che siano – non esistono per la Ghermandi. Il suo è un fumetto di sintesi tra pittura, design, narrativa, teatro e musica. Negli intenti degli organizzatori, la mostra è sostanzialmente un invito a immergersi in una navigazione attraverso l’immaginazione di un’artista che continua a sfidare e affascinare con la sua visione unica. Unico appunto che si può fare a questa mostra: il poco spazio a disposizione delle molteplici opere di questa artista che forse avrebbe meritato una sala più grande.

Le mostre saranno aperte a ingresso libero fino al 29 ottobre, dal martedì al sabato, dalle 15 alle 19 e la domenica dalle 10 alle 13 e dalle 15 alle 19.

Sono chiuse il lunedì e dal 30 ottobre al 3 novembre, faranno orario continuato dalle 9 alle 19 e saranno sempre a ingresso libero.