SIENA – Surrealismo e Dèco, mitizzazione e propaganda, dagli anni della Grande Guerra alla vigilia del decennio della provocazione. Un mondo inedito quello di ‘Costellazioni.

Arte italiana 1915-1960 dalle Collezioni Monte dei Paschi di Siena e Cesare Brandi’, la mostra al Santa Maria della Scala. Centoventi opere protagoniste di un percorso, a cura di Luca Quattrocchi, tra capolavori dal ‘ritorno all’ordine’ a ‘Novecento’, dalla Scuola Romana agli ‘Italiens de Paris’, dal realismo all’astrattismo.

Dai caveau della Banca Monte dei Paschi di Siena e dalla pregiata raccolta di Cesare Brandi, arrivano al Santa Maria della Scala le opere di Carrà, Guttuso, De Pisis, Burri, Severini, Morandi, Rosai, Viani, Levi, Mafai, Manzù, Marini, Afro, Scialoja e tanti altri.
«Costellazioni propone – spiega Quattrocchi, ordinario di Storia dell’arte contemporanea, Università di Siena – una mappa che si dispiega su mezzo secolo d’arte italiana in cui le stelle più luminose dei principali centri di produzione e negli artisti più insigni, sono parte di più vaste, appunto, costellazioni».

Un pool di enti ha lavorato a questa mostra, promossa da Comune di Siena, Fondazione Monte dei Paschi di Siena, Fondazione Antico Ospedale Santa Maria della Scala, Musei Nazionali di Siena e Università di Siena.

«La mostra testimonia come possano tradursi in azione concreta per la città i propositi di collaborazione che il Comune raccoglie, valorizzando la cultura senese», dice il sindaco di Siena Nicoletta Fabio. «Fondazione Mps – continua il presidente di Fondazione Mps Carlo Rossi – valorizza il vasto patrimonio artistico della Banca Mps, grazie ad un accordo per rendere accessibili le sue numerose opere».

«Questa unione di energie positive della città è l’unica vincente. I Musei Nazionali di Siena – afferma il direttore Axel Hémery – sono orgogliosi di partecipare e di presentare alcuni capolavori della Collezione Brandi». «Costellazioni invita a riflettere su come le connessioni tra le opere d’arte del Novecento modellino l’immaginario contemporaneo – osserva il presidente della Fondazione Antico Ospedale Santa Maria della Scala Cristiano Leone -. Il Complesso Museale diventa lo spazio ideale per questo dialogo». «La scelta di chiamare la mostra Costellazioni può ispirarsi al lavoro capillare del curatore Quattrocchi e dei giovani studiosi collaboratori», commenta il rettore dell’Università Roberto Di Pietra. «Dopo la sigla del protocollo di collaborazione fra Enti, istituzioni e realtà culturali, Costellazioni è frutto di una sinergia per valorizzare l’arte italiana del periodo dalla grande guerra al boom », aggiunge Beppe Costa presidente Opera Laboratori. Ha partecipato Stefano Di Bello.

La prima sezione, Intorno alla Grande Guerra, riunisce opere degli anni Dieci e successivi che commemorano la prima Guerra Mondiale. Nella seconda sezione, Anni Venti: ritorni all’ordine tra Novecento e Déco, il recupero della tradizione incoraggiato dal regime è declinato nell Novecento promosso da Margherita Sarfatti. Agli Italiens de Paris è dedicata la terza sezione: Tozzi, Severini, De Pisis. Dalla quarta sezione, Gli anni Trenta e primi Quaranta: tra accademie e arcaismi, si passa alla quinta: l’Arte per il regime. Al paesaggio è dedicata la sesta sezione. La settima attraversa La linea espressiva tra anni Trenta e Quaranta, dall’antinovecentismo alle sue prosecuzioni nel dopoguerra. L’ottava descrive Figurazioni e realismi del dopoguerra; la nona sezione conclude la mostra con Dissoluzione e autonomia della forma.

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