L'ex dg di Estra

PRATO – Il terremoto potrebbe essere solo all’inizio. Il passo indietro di Alberto Irace da direttore generale di Estra, arrivate ieri pomeriggio al termine del cda, raccontano che il processo di incorporazione del colosso energetico dentro la multiutility è tutt’altro che definito.

In parte è stato lo stesso ex dirigente a spiegarlo in una lettera inviata ai consiglieri. “Considerato il clima di crescente conflittualità tra i consiglieri di amministrazione della società, con particolare riferimento alle divergenze di opinioni sulla struttura di governance del gruppo Estra – ha affermato Irace -, nonché il perdurare di un costante atteggiamento ostruzionistico e non collaborativo teso a focalizzare l’attenzione del consiglio unicamente su aspetti di mero formalismo amministrativo e non anche su obiettivi strategici condivisi nel Piano industriale, non ritengo sussistano, allo stato, le condizioni per assicurare il perseguimento degli obiettivi definiti nel Piano stesso. Per effetto di quanto sopra comunico, pertanto, le mie dimissioni con effetto immediato dalla carica di direttore generale”.

A creare allarme e tensioni è il timore che l’ingresso dentro la multiutility, realtà capeggiata da Alia e a trazione fiorentina-pratese, diluisca irrimediabilmente il peso degli amministratori pubblici nella società. Oggi Estra vede al suo interno due soggetti, Coingas e Intesa (ciascuno con il 25% delle quote), che sono espressione dei territori di Arezzo e Siena.

Se le dinamiche societarie cambiassero, il sud rischierebbe di piegarsi alle volontà del centro della Toscana, che già detiene il pallino del gioco sia dal punto di vista economico e politico. Per questo motivo, ai vertici di Estra è stato richiesto di rivedere i patti parasociali.

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