ROMA – In Italia diminuiscono gli infortuni mortali (-9,5%) e le denunce all’Inps per infortunio (64,6% uomini e 35,4% donne). Ma aumentano del 19,8% le denunce di malattie professionali, oltre 72mila. Gli incidenti mortali riguardano per la quasi totalità gli uomini (92%) rispetto alle donne (8%).

Nel 2023 gli infortuni denunciati all’Inail, infatti, sono stati oltre 590mila (-16,1% rispetto ai circa 704mila del 2022), di cui 1.147 con esito mortale (-9,5% rispetto ai 1.268 del 2022). Gli infortuni riconosciuti sul lavoro sono provvisoriamente 375.578 (pari al 64% delle denunce), di cui il 18,1% avvenuti “fuori dall’azienda”, cioè “in occasione di lavoro con mezzo di trasporto” o “in itinere”, nel tragitto di andata e ritorno tra la casa e il luogo di lavoro. Gli infortuni mortali accertati sul lavoro sono, al momento, 550 (il 48% delle denunce), di cui oltre la metà (52,2%) “fuori dall’azienda”.

denunce infortuni (Fonte Inail)

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A rilevarlo è la Relazione annuale 2023 dell’Istituto, presentata questa mattina a Roma, presso l’aula del Palazzo dei Gruppi parlamentari in via di Campo Marzio, dal presidente dell’Inail, Fabrizio D’Ascenzo.

La Toscana registra l’8% delle denunce di infortuni nel complesso, quarta regione dopo Lombardia (18,7%), Emilia Romagna (13,1%) e Veneto (11,9%). Seguono Piemonte, Lazio, Puglia, Sicilia, Campania e le altre. Mentre per quanto riguarda le denunce di infortuni con esito mortale in Toscana sono il 5%, nona regione dietro a Lombardia (16,3%), Veneto, Lazio, Campania, Emilia Romagna, Puglia, Piemonte, Sicilia.

tabella infortuni mortali (Inail)

Aumentano le malattie professionali Dall’analisi dell’andamento infortunistico e tecnopatico, a cui la nuova Relazione annuale dell’Istituto dedica un focus di approfondimento specifico, emerge anche che nel 2023 le denunce di malattie professionali sono state oltre 72mila, in aumento del 19,8% rispetto al 2022. Questo incremento era comunque atteso dopo la forte flessione che, a causa della pandemia da Covid-19, ha caratterizzato sia il 2020 (quando sono pervenute circa 45mila denunce) sia, in minor misura, il 2021 (poco più di 55mila casi). Le denunce riguardano le malattie e non i soggetti ammalati, che sono circa 49mila. Per un singolo lavoratore afflitto da diverse patologie, infatti, possono essere protocollate più denunce. Nell’ambito della gestione assicurativa Industria e servizi, circa la metà delle denunce codificate per attività economica riguarda il settore manifatturiero e quello delle costruzioni, con 13mila casi ciascuno. Seguono, a distanza, il Commercio (meno di cinquemila), la Sanità e assistenza sociale e il Trasporto-magazzinaggio (3-4mila ciascuno).

Il bilancio dei centri protesici e riabilitativi. Nell’ottica dell’efficientamento continuo delle prestazioni socio-sanitarie, per Fabrizio D’Ascenzo “occorrerà potenziare l’attività dei centri protesici e riabilitativi esistenti e creare nuovi punti di assistenza su tutto il territorio nazionale, al fine di migliorare il servizio di prossimità agli assicurati”. Nel 2023 le prestazioni riabilitative erogate in forma diretta dal Centro protesi di Vigorso di Budrio con le filiali di Roma e Lamezia Terme, dal Centro di riabilitazione motoria di Volterra e dagli 11 centri di fisiokinesiterapia attivi in cinque regioni sono state 145.332 e hanno riguardato 4.260 assistiti. Le prestazioni di assistenza protesica erogate dal Centro protesi, dalle sue filiali e dai suoi Punti di assistenza dislocati sul territorio nazionale sono state 5.831 e hanno interessato 4.024 assistiti, di cui 2.728 infortunati sul lavoro e 1.296 tra assistiti del Servizio sanitario nazionale e privati. Con riferimento all’erogazione di ausili per la mobilità e altri dispositivi tecnici, invece, si sono registrate 4.394 prestazioni che hanno interessato 2.484 assistiti.

I settori più colpiti. L’analisi per settore di attività economica della gestione Industria e servizi evidenzia, al netto dei casi non codificati, che un quarto degli infortuni in occasione di lavoro del 2023 è concentrato nel comparto manifatturiero, seguito da Sanità e assistenza sociale (14%), Costruzioni (13%), Trasporto e magazzinaggio (12%) e Commercio (11%). Quasi tutti i settori sono in calo rispetto al 2022, in particolare la Sanità e assistenza sociale, che scende dai circa 135mila casi del 2022 ai quasi 44mila del 2023 (-67,5%), dopo aver registrato il picco di 157mila infortuni nel 2020 a causa degli infortuni sul lavoro da Covid-19. Il più elevato numero di decessi in occasione di lavoro si registra nelle Costruzioni (176 casi, in linea con i 175 del 2022), nel Trasporto e magazzinaggio (125, -17 decessi) e nel comparto Manifatturiero (111, -11). La Sanità e assistenza sociale, con 14 decessi, è in calo rispetto ai 29 del 2022 e, soprattutto, rispetto ai 200 denunciati nel 2020, nella fase più acuta della pandemia.