Uno dei quadri in mostra

SIENA – La renaissance di Palazzo delle Papesse, dopo l’accordo di Opera Laboratori con Banca d’Italia, inizia con la mostra ‘Julio Le Parc, The Discovery of Perception’.

La nuova vita di Palazzo Piccolomini, in via di Città, costruito nel XV secolo su progetto di Bernardo Rossellino, per le sorelle di Papa Pio II Laudomia e Caterina Piccolomini, dopo cinque secoli abbraccia l’arte contemporanea. Accoglie, fino al 16 marzo, la più importante personale del grande artista argentino (Mendoza, 1928) in Italia, dopo la sua partecipazione alla 33a Biennale di Venezia nel 1966, quando ricevette il Gran Premio internazionale alla pittura. Il progetto è prodotto da Opera Laboratori, partner Galleria Continua.

«Con questa prima mostra – ha spiegato alla presentazione Beppe Costa presidente e ad Opera Laboratori – tracciamo un percorso di rinascita che porterà nel cuore di Siena mostre d’arte internazionali ed eventi in un edificio del XV secolo, già stato un importante centro di arte contemporanea. L’obiettivo è costruire un ponte tra la storia e il futuro, guardando alle nuove generazioni, sostenendo i territori e le loro comunità. Dedichiamo la mostra a Daniele Petrucci, che ha creduto nella forza di questo scrigno di bellezza».
Visione, apertura e pluralità, sono le tre parole scelte per restituire la nuova identità al Palazzo delle Papesse: curata da Lorenzo De Rita e The Phosphorescent, sceglie come logo degli occhi, con riferimento a Galileo Galilei che da Papa Pio II fu invitato a palazzo nel 1613; ma anche alle lune, simbolo della nobile famiglia senese dei Piccolomini.
Non solo galleria.

«Ad arricchire la visita allo storico edificio, al piano terra – ha continuato Stefano Di Bello consigliere delegato Opera -, una libreria con merchandising, prodotti e un bistrot accessibili, come tutte le sale, anche a chi ha difficoltà motorie. Papesse offrirà attività didattiche, visite e laboratori attraverso il progetto ‘Papesse Lab’. Per partecipare a tutti gli eventi e gli appuntamenti espositivi Opera Laboratori ha realizzato la card, la tessera del curioso.

Miglior testimone della sua arte Julio Le Parc che, grande regalo a Palazzo delle Papesse, è stato protagonista della presentazione, condotta dal giornalista Dario Donato. «La prima necessità – ha detto – è quella di accrescere la distanza tra l’artista e l’opera, rimuovendo ogni traccia di fabbricazione manuale e di composizione soggettiva .Gli esperimenti di luce e movimento fanno parte del mio desiderio di allontanarmi dalla nozione di un’opera fissa, stabile e definitiva».

«Era tempo che Le Parc tornasse in Italia – ha commentato Yamil Le Parc, direttore dello studio dell’artista sudamericano – per continuare a ispirare con la sua capacità di trasformare l’arte contemporanea. Spero che questa mostra lasci un segno, non solo nei cittadini toscani ma anche nelle migliaia di turisti che visitano Siena».

«Con opere che per la maggior parte provengono dal suo studio a Cachan in Francia e appartengono al suo archivio, l’artista offre un incontro con il suo universo creativo dal 1958 ad oggi – ha concluso curatrice Marcella Beccaria -. Precursore dell’arte cinetica e dell’Op Art, dagli esordi Le Parc lavora con la luce ed il movimento. Coinvolge il visitatore permettendo la compartecipazione all’opera. ‘Julio Le Parc, The Discovery of Perception’ si esprime con geometrie e combinazioni di colore che entrano in perfetto dialogo con i magnifici affreschi e l’affascinante ambiente del Palazzo delle Papesse. Evitando una rigida cronologia, la mostra è organizzata in base alle serie tematiche che scandiscono il lavoro dell’artista e inizia accogliendo i visitatori con Sphere verte (2016). Un grande corpo sospeso: la sua geometria instabile, formata da una moltitudine di tessere di plexiglass verde che riflettono la luce, modifica lo spazio circostante».

Il futuro artistico di Palazzo delle Papesse è già anticipato. La mostra sul maestro dell’arte cinetica passerà ad aprile 2025 il testimone a quella su Hugo Pratt, organizzata nel ventennale della prima mostra senese e dei trent’anni dalla morte del fumettista e padre di Corto Maltese.