FIRENZE – “La terra è uno strumento fondamentale di lavoro. Ma la terra per i giovani che vogliono investire in agricoltura non c’è, o è disponibile a costi elevati, e si assiste ad un calo della presenza di giovani in agricoltura, un calo superiore al resto dell’agricoltura toscana. E’ necessario invertire il trend con sostegni, un migliore accesso al credito, e strumenti adeguati”.

A lanciare l’allarme è Valentino Berni, presidente Cia Toscana, secondo cui il quadro agricolo toscano, nel rapporto tra giovani e terra, “non è dei più rosei”.

I dati di riferimento Già 15 anni fa l’Italia era tra i Paesi con l’età media degli agricoltori più alta (over 65 anni oltre il 40%). Dal Censimento 2020 in Toscana emerge che fra gli agricoltori, hanno titolo Elementare o medie il 55%; Diploma superiore 30%; Laurea 15%; specializzazione in agraria: <10%. I valori cambiano se guardiamo solo gli Under 40: titolo Elementare o medie (20%); Diploma superiore 55%; Laurea 25%; specializzazione in agraria: >20%

Il 4% delle aziende agricole è guidato da under 35 (media UE il 5%), ma è un dato in flessione rispetto a 10 anni fa a causa delle aziende nate e non sopravvissute; interruzione nell’ingresso di nuovi giovani e quindi perdita dovuta all’invecchiamento dei giovani di 10 anni fa.

C’è stata una flessione (2010-2020) in generale sul numero di agricoltori, ma gli under 40 sono calati più degli over 40, in un periodo in cui la Toscana dal 2010 al 2020 ha registrato un -28% di aziende agricole e -15% di SAU.

“Per i giovani alla conduzione delle aziende agricole in Toscana – ha aggiunto e concluso Lapo Somigli, presidente Agia Toscana (Associazione giovani agricoltori della Cia) -. I problemi principali sono l’accesso al credito e l’accesso alla terra, oltre a trovare strumenti concreti e funzionali per investire nella nostra attività. Innovazione, investimenti, ricerca sono elementi sempre più importanti per crescere e migliorare la sostenibilità economica e ambientale della propria azienda”.