Eugenio Montale

SIENA – Martedì 28 maggio a Palazzo Patrizi a Siena si terrà una serata dedicata dall’Accademia Senese degli Intronati ad Eugenio Montale, “Montale nel Novecento”. Ida Campeggiani (Università di Pisa), Francesca Castellano (Università di Firenze) e Niccolò Scaffai (Università degli Studi di Siena) parlano di Eugenio Montale all’Accademia degli Intronati di Nuovi studi montaliani, di Luigi Blasucci (Pisa, Edizioni della Normale, 2023) e Poesia e critica nel Novecento. Da Montale a Rosselli, di Niccolò Scaffai (Roma, Carocci Editore, 2024).

Nuovi studi montaliani, a cura e con una postfazione di Niccolò Scaffai, raccoglie gli articoli montaliani di Luigi Blasucci (1924-2021) pubblicati, in rivista o in volume, dopo Gli oggetti di Montale, il libro in cui il critico aveva riunito i suoi contributi più antichi sul poeta delle Occasioni. Nei Nuovi studi si riconoscono le qualità e i procedimenti di Blasucci: l’acutezza delle explications de textes (cinque dei sette saggi sono letture di altrettante poesie, da «Spesso il male di vivere…» a L’educazione intellettuale); la capacità di definire la singolarità stilistica di un testo e collocarlo nell’opera dell’autore; la vocazione didattica e l’esercizio del commento. Ma insieme alle costanti emergono ulteriori prospettive, come l’interesse per il «rovescio» montaliano, da Satura al Quaderno dei quattro anni.

Poesia e critica nel Novecento. Da Montale a Rosselli indaga la relazione fra poesia e critica nel secondo Novecento italiano. Per Montale, Sereni, Orelli, Fortini, Rosselli, Raboni e gli altri autori presi in considerazione la poesia è stata tanto il genere dell’espressione lirica, quanto la sede di elaborazione di un pensiero critico. Quei poeti non si sono limitati ad affiancare ai rispettivi libri di versi un’opera critica e saggistica ampia e influente; l’aspetto più importante è che le loro raccolte sono anche forme critiche. Senza questo sguardo di rimando, la poesia stessa, il suo stile, i suoi oggetti non avrebbero ragione di essere.

Al centro della prima parte è la funzione di Montale, che attiva il pensiero critico espresso dai poeti delle generazioni successive. Il suo ruolo si esercita tanto rispetto al codice stilistico quanto rispetto ai referenti (che mediante la poesia montaliana vengono percepiti e nominati). L’autore delle Occasioni, del resto, non ha contato solo come individuo, ma anche e soprattutto come chiave di volta di una tradizione. Il filo conduttore della seconda parte è proprio un’idea attiva di tradizione, non ricevuta ma assunta e discussa quale principio storico e criterio formale, attraverso il confronto tra critici e poeti.