FIRENZE – Sophie Dickens, scultrice britannica, è la protagonista della mostra che inaugura alla Crumb Gallery, a Firenze, giovedì 4 aprile 2024.

L’artista ha scelto di esporre un lavoro inedito, Apocalisse, un lavoro che coinvolge tutto lo spazio della galleria e che riflette il clima attuale che stiamo vivendo, situazioni oscure e drammatiche legate alle guerre e ai conflitti, che incombono in questo preciso momento storico.

Il termine Apocalisse è comunemente riferito all’Apocalisse di San Giovanni apostolo o Libro della Rivelazione, nel Nuovo Testamento, scritto durante il suo esilio sull’isola di Patmos, ed è generalmente interpretato come la profezia della “fine del mondo” o meglio come “rivelazione degli eventi della fine dei tempi”. Le figure, i simboli, gli elementi misteriosi e fantastici di questa visionaria narrazione hanno suscitato un grande fascino nei secoli, ispirando tanta letteratura e tante rappresentazioni dell’arte sacra, a partire dall’arte dell’epoca carolingia.

Al centro dello spazio, l’artista ha collocato il grande cavaliere con il suo cavallo rosso fuoco, che brandisce la spada. Il cavallo ha le zampe sollevate, ti sembra di sentirlo nitrire e partire al galoppo. Guerra. Grande cavaliere apocalittico è una scultura di due metri, realizzata con tavole di recupero di larice, castagno e pino provenienti dalla ristrutturazione dell’Albergo dell’Angelo di Pieve di Teco, dove la scultrice vive in Liguria, unite a colla resinosa, inchiostro e pigmento rosso terra di Siena.

Le sculture di Sophie hanno tutte un tratto distintivo. Costruisce armature con barre di metallo, come fossero degli scheletri, su cui poi applica pezzi di materiale appositamente lavorato. I suoi soggetti riflettono un primitivismo moderno, sono immagini fantastiche che fanno riferimento alla natura, alla mitologia, all’iconografia classica, a cui è arrivata grazie alla Storia dell’Arte, attraverso l’osservazione di artisti come Michelangelo o Tiziano. Crea movimenti fatti di ossa, muscoli e tendini che ricordano gli studi del fotografo Eadweard Muybridge che, come racconta, l’hanno influenzata nel suo percorso. Quel Muybridge che inventò lo zooprassiscopio, per studiare e riprodurre il movimento degli animali, famoso per la sequenza di fotografie chiamate The Horse in motion.

Accanto al Cavaliere Rosso, in esposizione, ci sono altre piccole sculture, che raffigurano tutti e quattro i cavalieri, insieme e disegni a china su carta, studi preparatori così come nella pratica dei grandi maestri del Rinascimento. Sono opere in cui si percepisce l’eco dei cavalli delle grandi battaglie, come quella di San Romano dipinta da Paolo Uccello.

CRUMB GALLERY
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