FIRENZE – Una settimana dedicata alla performance per raccontare lo spazio urbano, tra storie di comunità e video arte, a partire dalla connessione con la città e chi la abita.

Conferma la vocazione alla multimedialità Materia Prima Festival, l’evento dedicato al panorama teatrale e performativo contemporaneo a cura di Murmuris col sostegno e il contributo di Mic – Ministero della Cultura, Regione Toscana, Comune di Firenze, Fondazione CR Firenze, Unicoop Firenze.

Prime assolute e lavori site specific che, uscendo dai luoghi preposti al teatro, trovano nella città stessa il proprio palcoscenico. Si parte giovedì 21 marzo ore 21.00 al Cantiere Florida (via Pisana 111R) con il debutto di  “Forse una città (Mirages)”, lavoro sulle variabili dell’abitare firmato collettivo AdA. Sei performer portano in scena riflessioni sull’urbanistica, sull’architettura e sull’identità raccolte dalla formazione romana – fondata dalla visual artist e regista video Loredana Antonelli, dalla dj e producer Lady Maru e dall’attore, drammaturgo e regista teatrale Pasquale Passaretti – durante un percorso d’incontro avvenuto a Firenze sia con artisti locali che con la cittadinanza, traducendo in azione questioni legate ai modelli di vivere le città, all’impatto ambientale, alla sostenibilità ecologica ed esistenziale dell’individuo nel contesto urbano, sia come singolo, sia come collettività.

Avanti giovedì 22 e venerdì 23 marzo all’Archivio di Stato (viale Giovine Italia 6) – ciascun giorno in due sessioni alle 19.00 e alle 20.30 – con “De los muertos a Firenze”, indagine sui legami che intrecciano i vivi e i non più vivi di collettivo ZimmerFrei – ovvero Anna de Manincor (artista e filmmaker) e Massimo Carozzi (musicista e sound designer) – in un allestimento in situ che unisce ricerca documentaria e presenza dal vivo (info e ingressi: www.materiaprimafestival.com).

Con “Forse una città (Mirages)” collettivo AdA porta al Florida uno studio diviso in moduli indipendenti, percezioni deformate e visioni – la metropoli come luogo di miraggi –, stabilendo con la città di Firenze un ulteriore legame grazie alla collaborazione con l’istituto internazionale Accademia Italiana, che per lo spettacolo ha ideato e creato i costumi. Un’opera a cavallo tra il teatro e la video arte che prende le mosse da voci e testimonianze locali per attraversare questioni globali, in un esperimento di drammaturgia collettiva nato dal desiderio di costruire una comunità aperta al racconto.

Un’installazione audio video che si moltiplica nell’istante in cui viene compiuta, rielaborando immagini riprese in sala, con il pubblico e i corpi destrutturati dei e delle performer – Anna Basti, Chiara Caimmi, Mariella Celia, Pasquale Passaretti, Eduardo Ricciardelli ed Elisabetta Ventura – che diventano percezioni di ciò che non c’è più, di ciò che velocemente sfugge, in un caleidoscopio visivo tendente all’infinito. La restituzione di un pensiero condiviso sull’abitare lo spazio pubblico e privato, sui fenomeni diffusi di gentrificazione e mercificazione delle città storiche, su nuove identità e possibilità d’emersione, su punti di contatto e di allontanamento, affinità e divergenze, vicinanze e lontananze.

Sempre da un confronto col territorio nasce la versione per Firenze di “De los muertos”, adattamento del gruppo di lavoro bolognese ZimmerFrei che indaga la convivenza di vivi e morti attraverso legami, intrecci, incombenze. Ci sono oggetti, pensieri, azioni concrete che collegano il mondo dei vivi a quello di chi non lo è più, e in ogni città in cui porta il suo lavoro il collettivo incontra persone, raccoglie storie, scopre e diviene depositaria di “lasciti” che i trapassati hanno depositato nelle vite di chi è rimasto.

È a partire da queste suggestioni che il percorso dello spettacolo che si snoderà negli spazi dell’Archivio di Stato, suddiviso idealmente in due stazioni: una di stampo quasi espositivo, in cui saranno protagonisti gli oggetti, le cose che legano chi c’è ancora a chi non c’è più; e una performativa, che darà voce alle storie. In scena 5 performer in una ricerca di relazione con i trapassati ancora attivi nel presente tramite strumenti come narrazione sonora, tempo incastonato in immagine, azioni dal vivo in spazi apparecchiati.

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www.materiaprimafestival.com