Al centro la presidente dell'Unione delle comunità ebraiche italiane

PISA – Il dito è puntato contro il rettore dell’Università di Pisa, Riccardo Zucchi. Messo nel mirino dalla comunità ebraica per la mancata difesa di Israele e, soprattutto, per l’intervento di uno studente italo-palestinese alla cerimonia inaugurale dell’anno accademico.

“Non ho letto né sentito sue esplicite prese di posizione sul diritto di Israele a esistere, sulla salvaguardia della scienza e dell’Accademia e sulla tutela degli studenti israeliani, sempre più isolati e impauriti”, ha affermato Noemi Di Segni, presidente dell’Unione delle comunità ebraiche italiane, esprimendo “desolazione per la linea che favorisce unilateralità degli appelli, aizza l’odio e legittima la distorsione e il boicottaggio”. Parole contenute in una missiva inviata al massimo dirigente dell’ateneo.

“Libertà di pensiero, ricerca, assembramento, manifestazione – ha proseguito Di Segni – non equivale alla prevaricazione e alla minaccia della sicurezza altrui. Questo purtroppo è quanto è accaduto a Pisa, con l’avallo del rettorato. Con queste scelte quell’impegno per la corretta memoria con le scuse e la lapide posta nel 2018 al centro del cortile de La Sapienza (nella cosiddetta cerimonia delle scuse per ricordare la firma delle leggi razziali nel 1938, ndr) è venuto meno”.

Di Segni ha quindi fatto notare che “con la partecipazione di oratori odiatori, che inneggiano alla distorsione della realtà e all’odio con la scelta di tappezzare di verde, rosso e nero le mura e gli slogan, con la seria considerazione del boicottaggio accademico di Israele, c’è davvero poco margine per considerare ancora serio e valido quell’impegno per la memoria”.