FIRENZE – In Italia ci sono oltre 600mila alloggi Airbnb. L’offerta è concentrata in tre regioni, che da sole quotano il 35,4%: la Toscana (il 12,9% del totale), la Sicilia (11,4%) e la Lombardia (11,1%).

Per quanto riguarda il tasso di occupazione il livello più elevato si registra nel Lazio con 69,3%, seguita da Veneto (62,5%) e Lombardia (60,3%). Il report realizzato dalla società di marketing turistico Jjc analizza anche l’indice di sostenibilità di un territorio. Ovvero il rapporto tra il numero dei residenti e la quantità di alloggi. La regione che ha quello più elevato è la Valle d’Aosta (4,26 ma fortemente condizionato dall’esiguità dei residenti), seguita da Sardegna (3,25), Toscana (2,14) e Liguria, con un valore pari a 2,00.

Nessuna sorpresa per il fatto che Firenze presenti un indice elevatissimo, pari a 3,81, e Venezia la marchi stretta con 3,67. Seguono distanziate ma sempre al di sopra del valore massimo sostenibile Napoli (1,36) e Roma (1,13). Indice positivo invece a Palermo con 0,67.

“Con questo report – ha sottolineato Massimo Feruzzi, amministratore unico di Jfc – intendiamo fornire al sistema turismo Italia i numeri del fenomeno Airbnb che è indubbiamente argomento di discussione giornaliera che coinvolge tutte le destinazioni turistiche. Diventa però sempre più difficile gestire – soprattutto per le località con maggiore appeal internazionale – la relazione tra i residenti ed i turisti (o, per meglio dire, l’esplosione di licenze per affitti turistici da inserire nelle piattaforme online)”.

Jfc sottolinea come sono infatti diverse le amministrazioni comunali che “assistono impotenti a una progressiva riduzione degli stock degli alloggi disponibili per i cittadini, e al parallelo aumento degli affitti e del costo delle case, con il conseguente displacement dei residenti dai centri storici”.