FIRENZE – Sui flussi turistici ci sono segnali incoraggianti. Le presenze nelle strutture ricettive per le festività sono aumentate dell’1,2%.

Calano gli italiani, aumentano gli stranieri. A rivelarlo uno studio del Centro Studi Turistici di Firenze, che mette in evidenza anche una crescita del 5,9% su tutto il 2023 rispetto all’anno precedente. “E’ doveroso constatare come il lavoro di operatori e soggetti del settore, in collaborazione con l’agenzia regionale Toscana Promozione Turistica, stia andando nella direzione giusta. Senza trascurare il grande supporto del portale principale della destinazione Toscana, visittuscany.com, che si è recentemente rinnovato per assecondare le esigenze degli utenti. Un augurio di serene feste e buon lavoro a tutti gli operatori, amministratori degli enti locali e turisti”, hanno affermato il presidente Eugenio Giani e l’assessore Leonardo Marras.

Secondo lo studio le presenze nelle strutture ricettive dovrebbero segnare un +1,2% rispetto allo scorso anno. Previsti oltre 1,2 milioni di pernottamenti nel periodo delle festività, di cui circa 930 mila tra la fine dell’anno e l’Epifania: 762 mila le presenze italiane (-1,6%), oltre 505 mila i pernottamenti degli stranieri (+5,7%). I risultati migliori sono attesi per le città e centri d’arte, +3,6%. Per le località di campagna e collina la stima indicherebbe una lieve crescita del +0,3%. Richieste di prenotazione in calo per le località della costa, del termale, della montagna e altro interesse. Il trend per le strutture alberghiere (+2,6%) è migliore rispetto a quello atteso per le imprese extra alberghiere (-1,3%).

Per quanto riguarda la stima del consuntivo 2023, l’incremento totale si attesta sul 5,9%. L’anno dovrebbe chiudersi con oltre 45,2 milioni di pernottamenti e circa 14 milioni di arrivi. Pernottamenti degli stranieri stimati in oltre 24,4 milioni, 20,8 milioni le presenze italiane. Bene città d’arte (+11,4%) e località termali (+9,3%), seguite da campagna/collina e montagna (+7,7%). Flessione per balneare (-0,9%). I risultati migliori sono stimati per il settore alberghiero, +8,7%, grazie soprattutto alla forte spinta arrivata dai mercati stranieri. Più contenuto, ma comunque rilevante, l’aumento per le strutture extra alberghiere (+3,7%); anche in questo caso a trainare è stata la domanda estera, a differenza degli italiani che risulterebbero in flessione.