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FIRENZE – Il 68% dei giovani toscani usa lo smartphone per un minimo di tre ore al giorno dedicando tantissimo tempo alla virtualità e poco alla lettura. È quanto rivela la terza ricerca sugli stili di vita delle ragazze e dei ragazzi in Toscana, promossa dalla Regione Toscana, in collaborazione con l’Ufficio scolastico regionale e il Centro di documentazione per l’infanzia e l’adolescenza presso l’Istituto degli Innocenti.

La ricerca ha coinvolto 15mila studenti tra gli 11 e i 17 anni che si dichiarano soddisfatti del rapporto con le famiglie e la scuola. Su una scala da 1 a 10, il grado di soddisfacimento sul rapporto con i genitori si attesta in media a 8 (8,3 per i maschi e 7,6 per le femmine). Dal capitolo della ricerca dedicato alla scuola emerge anche che le ragazze sono quelle a cui piace di più il proprio istituto: il 76% indica ‘mi piace molto’ o ‘mi piace abbastanza’, contro il 72% dei coetanei maschi. Il 67% degli studenti individua la scuola come il contesto primario in cui creare nuove amicizie, ma si configura anche come il contesto in cui si è maggiormente esposti a violenza verbale e psicologica (56%) https://travel-in-time.org/vsyakaya-vsyachina/kak-dolzhna-raspolagatsya-taktilnaya-plitka/. Quello dei maltrattamenti o delle offese online è un fenomeno che interessa poco più del 20% dei giovani e interessa soprattutto l’aspetto fisico (il 52% delle ragazze e il 38% dei ragazzi). Sul fronte del tempo libero emerge che tra i ragazzi toscani c’è una scarsa frequentazione di gruppi e associazioni (22%) e il 25% non pratica nessuno sport. La maggior parte dei ragazzi non ha letto alcun libro non scolastico nell’ultimo anno e tra chi ha dedicato il proprio tempo libero alla lettura, il numero di libri letti difficilmente supera la soglia di due. Il cellulare è lo strumento più utilizzato: il 38% lo utilizza più di quattro ore al giorno, percentuale che sale al 68% per chi lo utilizza giornalmente per più di tre ore. Rispetto al futuro, al primo posto tra le preoccupazioni dei giovani si colloca “la crisi economica e la mancanza di lavoro” (44%), mentre sul fronte del benessere psicofisico, emerge che poco meno di un terzo dei giovani si è rivolto a psicologi.