L’AQUILA – Matteo Messina Denaro il boss arrestato il 16 gennaio scorso dopo 30 anni di latitanza, è morto nell’ospedale de l’Aquila dove era ricoverato per un tumore al colon.
Mafia e Toscana un legame che, negli ultimi anni, si è stretto sempre di più non lasciando indenne la regione dalle infiltrazioni della malavita organizzata.
A ricordarlo nell’ottobre 2015 c’era stata l’operazione delle forze dell’ordine fra Pisa e la Versilia, che sotto la direzione della Direzione Distrettuale Antimafia di Firenze eseguirono alcune perquisizioni alla ricerca di prove circa una presunta rete di fiancheggiatori potenzialmente legati proprio al boss Matteo Messina Denaro.
Nel 2018 furono alcune rivelazioni a L’Espresso in un’inchiesta di Lirio Abbate e Giovanni Tizian: un 45enne toscano, con trascorsi giudiziari, raccontò ai due giornalisti la presenza fra Pisa, Forte dei Marmi, la Valdera del super latitante negli anni 2005 e 2006.
Il testimone aveva raccontato di come il boss avrebbe soggiornato sia a Pisa che nel cascinese, in resort di lusso con panorami mozzafiato perfino curandosi in una clinica della zona sottoponendosi a dialisi.