FIRENZE – “Se non ci fosse stata la provvidenziale delibera della Corte dei conti, con la quotazione in borsa, avrebbero ceduto beni demaniali, cosa che si sarebbe potuto evitare non ignorando le segnalazioni del Coordinamento”. I comitati contro la Multiutility Toscana rispondono ad Alia spa che ieri in una nota invitava a non strumentalizzare il parere dato dalla magistratura contabile, invitando i sindaci “se hanno a cuore la cosa pubblica” a revocare l’intero Cda “che avrebbe dovuto verificare la consistenza dei beni”.
In particolare i comitati contestano che il percorso di fusione sia stato “approvato in ossequio ai principi e alla disciplina di settore e la titolarità dei beni demaniali resterà in mano pubblica”, come affermato dalla stessa azienda. “Abbiamo rivisto il progetto di fusione, già analizzato a tempo debito, ma non abbiamo trovato alcun accenno al conferimento di beni demaniali da parte di Consaig e nemmeno all’eventuale sua ripubblicizzazione dopo il conferimento e prima della quotazione in borsa della società”. Secondo il coordinamento, “è probabile che gli autori del progetto di fusione e della successiva quotazione, non si siano accorti della presenza di beni demaniali visto che, come spiega l’esperto nominato dal Tribunale per accertare la congruità del concambio, vi erano parecchie criticità nella valutazione delle società partecipanti alla fusione, tanto da portarlo ad assumere acriticamente i valori predisposti dagli amministratori della società”.