FIRENZE – Condizioni di lavoro difficili per gli infermieri nelle carceri, con un elevato rischio di aggressioni da parte dei detenuti, ma anche con tecnologie quasi assenti, documentazione ancora cartacea e software datati. E’ quanto sottolinea l’Ordine delle professioni infermieristiche interprovinciale Firenze-Pistoia dopo aver ricevuto numerose segnalazioni da parte dei colleghi.
“Ci segnalano che le attività sanitarie sono condizionate dalla disponibilità del personale di polizia penitenziaria e dalla sua organizzazione lavorativa – commenta il presidente dell’Ordine, David Nucci -. Un modo di procedere inaccettabile per la nostra categoria professionale”. A Firenze, Sollicciano fa da capofila, spiega una nota, per una situazione che secondo Opi Firenze-Pistoia sarebbe quanto prima da rimodulare. I numeri qui parlano di circa 500 detenuti, oltre 40 infermieri a lavoro, locali per attività sanitarie non sufficienti come dimensioni e spesso a uso promiscuo, fatiscenti e con infiltrazioni di acqua, climatizzazione carente (sia in estate che in inverno), montacarichi cronicamente difettosi, che comportano da parte degli infermieri il trasporto a braccia dei carrelli per la somministrazione della terapia. E, non ultima, la carenza di personale di polizia penitenziaria, che costringe quello sanitario a rimodulare gli assetti organizzativi in base alle disponibilità.
“Questo vuol dire che, per carenza o anche solo per disorganizzazione, i nostri infermieri in alcune occasioni non vengono accompagnati nelle attività, non avendo garantita la sicurezza – spiegano dall’Ordine -. Gli infermieri a lavoro nelle carceri hanno il diritto a condizioni di lavoro rispettose delle normative in materia, non possono operare costantemente sotto stress. Oggi invece sono spesso costretti ad abbandonate un setting lavorativo anche interessante e gratificante sotto alcuni aspetti per motivazioni di contesto”. Problematiche non troppo diverse al Gozzini, con 100 detenuti circa, tre infermieri e nessun locale dedicato a spogliatoio del personale sanitario. Problemi di climatizzazione vengono riscontrati al Meucci, dove si trovano 10 detenuti minori e tre infermieri. Non va meglio nella casa circondariale di Pistoia, con circa 50 detenuti e cinque infermieri.